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COMUNICATO STAMPA
Sabato 24 novembre 2012
FESTA DELLA TOSCANA 2012. Questa mattina agli Agostiniani
EMPOLI. Si è svolto tutto nella suggestiva sala del cenacolo degli Agostiniani a Empoli. Una platea che non aveva solo il volto politico-istituzionale, ma si respirava un’atmosfera familiare, di calore e di affetto. L’iniziativa di questa mattina, sabato 24 novembre 2012, denominata I cento anni del giovane Mario Fabiani (1912 – 1974), inserita nella più ampia programmazione della Festa della Toscana 2012, ha regalato a tutti i presenti testimonianze importanti, che virtualmente hanno voluto riportare il valore dell’uomo Mario Fabiani, nella sua città: Empoli.
Sandro Piccini, presidente del Consiglio Comunale di Empoli ha dato il benvenuto ai presenti, ricordando il tema scelto della ‘Festa’ - “Una storia, tante diversità…ancora in viaggio. Uniti perché diversi. Solidali perché particolari. In viaggio perché sognatori. Noi, i Toscani” – , il valore di quest’uomo, Mario Fabiani, che «ha onorato la propria terra, diventando cittadino del mondo, partito da via Chiara a Empoli – ha detto Piccini - , come una persona normale, perché questo era Mario Fabiani e le testimonianze che sentiremo questa mattina, saranno un esempio al servizio dei nostri giovani e della collettività».
Luciana Cappelli, sindaco di Empoli parla di Mario Fabiani, come nostro concittadino quale è, «di lui ci colpisce la capacità di portare avanti negli anni cruciali in cui si trovò a vivere, le proprie idealità ed i propri valori sul terreno della politica e delle istituzioni, oltreché su quello dei rapporti umani, cercando di mantenere un propria coerenza – dice il sindaco -. Il suo sentimento umano lo si avvertiva come qualcosa di profondo, anche al di fuori della politica, nella vita quotidiana nella quale trascorrono le opere ed i giorni degli uomini. Come pochi altri copmpagni – continua il sindaco - Fabiani sapeva che il Partito Comunista non è solo avanguardia, ma anche parte della classe operaia, del popolo e lo è perciò tanto di più quanto più guida le aspirazioni e le lotte, partcipandone i travagli e le ansie, le sofferenze ed i crucci. Per questo Fabiani non era solo uomo di riunioni e di manifestazioni, di attività ammnistrativa e di atti politici, ma anche di presenza nella vita dei compagni».
Prende parola il figlio di Mario Fabiani, Raffaello Fabiani, che trasmette al pubblico l’essenza del padre in poche parole. «Mio padre – dice il figlio – era una persona che cercava tranquilità, pace e pane e vino per tutti! Un uomo dalla vita breve ma che corre a grande velocità; quel giovane che ha compiuto cento anni e che ancora oggi tutti ricordano, come questa giornata dedicata alla memoria di mio padre, che abbracciò a soli 34 anni la vita pubblica, dove ‘certe cose bisogna farle’. Questo era mio padre; amava le passeggiate ij’n campagna, le cravatte di seta, il biliardo, la buon cucina e le tavolate con il pecorino ed i baccelli». Le emozioni dell’ascoltare la vita e le vicende di questo ‘giovane’, riconosciuto come ‘capo della città del vecchio fiume’, proseguono nella lettura della poesia ‘La città’ dedicatagli da Pablo Neruda: «… Per questo credo, ogni notte nel giorno, e quando ho sete credo nell’acqua, perché credo nell’uomo. Credo che stiamo salendo fino all’ultimo gradino. Da lì vedremo la verità ripartita, la semplicità instaurata sulla terra, il pane e vino per tutti».
Andrea Barducci, presidente della Provincia di Firenze, interviene con una lettera che Pina Ragionieri legge con emozione: «volevo ringraziare Luciana Cappelli e l’amministrazione di Empoli per l’invito a questa manifestazione, per la presentazione della pubblicazione de “I cento anni del giovane Mario Fabiani” a cura del figlio Raffaello che cade nel centenario della nascita di Mario Fabiani. La provincia di Firenze ha già onorato nei mesi scorsi questo grande uomo con l’intitolazione di una sala di palazzo Medici Riccardi a suo nome e mi è sembrato doveroso inviare questo mio saluto oggi, non potendo essere presente. L’uomo dalle spalle strette e dall’occhio pensoso come lo definì Pratolini, rappresentò molto. Fu innovatore. Soprattutto ebbe un modo diverso e lungimirante di intendere la politica. In tempi di dure contrapposizioni ideologiche, fu tra i primi a capire l’importanza di un’azione politica al servizio dell’uomo e non viceversa. L’importanza del rispetto delle opinioni “altre”. Perché Mario Fabiani era intimamente e decisamente contrario ad ogni forma di steccato, nelle questioni internazionali, in quelle politiche interne e nelle relazioni umane. Fu l’uomo del dialogo… Perché - Mario Fabiani ce lo ha insegnato – si possono amare le proprie ideee senza dover rinunciare ad amare gli uomini».
Pier Luigi Ballini, docente della facoltà di scienze politiche di Firenze ha raccontato di Mario Fabiani «come protagonista dell’antifascismo, quell’uomo dal profilo essenziale che non odiava il fascismo perché proprio il fascismo lo aveva poiliticizzato. Ha conosciuto uno dei fascismi più violenti; un partigiano tutta la vita. Una figura autorevole, rispettata da tutti, unito a un La Pira per stima,rispetto ed amicizia e per la passione di fare politica».
Cecilia Pezza, consigliera comunale, che ha raccontato Mario Fabiani nella sua tesi di laurea, in modo profondo, politico e ‘giovane’. Ha concluso la mattinata Pina Ragionieri, moglie di Ernesto Ragionieri, che lo ha descritto come «una figura sempre ‘giovane’, l’uomo fra gli uomini che guardava al futuro».
Tra i presenti, oltre ai familiari di Fabiani, Vittorio Bugli, consigliere regionale della Toscana e presidente della commissione attività produttive; Dario Parrini, sindaco di Vinci; Vassili Campatelli, ex parlamentare della Toscana; Turiddo Campaini, presidente di Uniccop Firenze; Graziano Cioni, ex deputato e senatore; Antonio Marrucci, ex sindaco di Fucecchio. Presente Carlo Pasquinucci, vice sindaco di Empoli. (pt)