"Giorno della Memoria", a Empoli con le scuole e Pamela Villoresi

Venerdì 17 gennaio 2014 COMMEMORAZIONI. Lunedì 27 gennaio 2014 alle 17 e martedì 28 gennaio 20 luglio 2011: la Repubblica Italiana istituisce il 'Giorno de...
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17/01/2014

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COMUNICATO STAMPA

Venerdì 17 gennaio 2014

 

COMMEMORAZIONI. Lunedì 27 gennaio 2014 alle 17 e martedì 28 gennaio

 

EMPOLI – 20 luglio 2011: la Repubblica Italiana istituisce il ‘Giorno della Memoria’ in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, per conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese ed in Europa, affinché simili eventi non possano mai più accadere. Anche quest’anno Empoli ha organizzato alcune iniziative coinvolgendo il mondo della scuola, tutto, dai più piccoli ai più grandi, che si svolgeranno nelle giornate di lunedì 27 e martedì 28 gennaio 2014.

 

La giornata di lunedì 27 gennaio 2014 è stata realizzata dalla biblioteca comunale Renato Fucini: dalle 9 alle 12 nel cenacolo degli Agostiniani si svolgerà una conferenza-laboratorio con le classi V delle scuole primarie di Empoli: tre incontri un solo titolo ‘Lampadine sopra il letto’. Un incontro per parlare di Shoah attraverso gli oggetti (originali) della storia. Un sasso, una cartolina, un francobollo, un cucchiaio: diventano occasioni di racconto e di confronto. Storie di uomini, donne, ragazzi, storie lontane e diverse ma accomunate dal dramma dello sterminio nazista. Nel desiderio di generare domande nuove e non solo risposte.

 

Alle 17 sempre lunedì 27 gennaio 2014 il cenacolo degli Agostiniani diventa per la prima volta ‘Caffè letterario junior’ dedicato ai ragazzi ed anche agli adulti che vorranno essere presenti, con l’autore del bellissimo libro ‘La Repubblica delle farfalle’ di Matteo Corradini. Un incontro per parlare di Shoah attraverso gli oggetti originali del ghetto di Terezín. Una stella gialla, un clarinetto, cartoline e documenti, denaro fasullo... ogni oggetto parla. Parole e spezzoni di video rarissimi dal “ghetto modello” di Hitler completano il quadro e aiutano a capire da vicino l’orrore, la vita e la resistenza di un gruppo di ragazzi. Introduce Andrea Bardini, presidente Aned sezione Empoli.L’ingresso è libero, ma è gradita la prenotazione. Per informazioni e contatti, 0571 757840; e-mail: biblioteca@comune.empoli.fi.it.

 

Terezín si trova nella Repubblica Ceca. Nata a fine Settecento come città-fortezza, durante la Seconda guerra mondiale diventò un campo di raccolta degli ebrei destinati allo sterminio. Vi furono rinchiuse 155mila persone. Solo 3.807 tornarono a casa dai campi di Treblinka, Auschwitz-Birkenau e dagli altri lager del Reich dove furono deportate. Nel ghetto vissero circa 15 mila tra bambini e ragazzi: alla fine della guerra ne erano rimasti in vita 142. A Terezín c’era tutto: case, strade, musica, teatro. Peccato che non ci fosse la libertà. Le SS pattugliavano il ghetto giorno e notte. Si sparava, c’era sangue per le strade. Ogni tanto qualcuno cercava di fuggire e non ci riusciva, le famiglie erano separate e cercavano con ogni mezzo di restare in contatto.

 

Ogni venerdì sera un gruppo di ragazzi si raccoglieva di nascosto intorno al bagliore di un lumino per creare un giornale che fu chiamato Vedem, ovvero Avanguardia, e metteva insieme le notizie del momento: gli arrivi, le partenze verso l’ultima destinazione, ma anche poesie, disegni, interviste. Era il loro modo di lottare, di tenersi stretta la voglia di restare vivi. Molte pagine del giornale Vedem sono oggi conservate al Memorial di Terezín. Matteo Corradini è partito da quei documenti per raccontare una straordinaria forma di resistenza.

 

Matteo Corradini in pillole. Classe 1975 vive nelle campagne del piacentino. È scrittore ed ebraista. Autore di libri per ragazzi e per adulti, è curatore del Festival Scrittorincittà a Cuneo e fa parte del team di lavoro del Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. Come giornalista collabora a diverse testate, quali Avvenire, Popotus, Andersen. Ha insegnato per alcuni anni all'Università come docente a contratto; prepara laboratori di espressione e didattica della Memoria in Italia e all'estero. Lavora come regista teatrale e con alcuni musicisti organizza conferenze musicali. Nel 2001 ha vinto il premio Benassi come miglior giovane giornalista dell'Emilia Romagna e nel 2004 il premio nazionale Alberto Manzi per la migliore opera educativa per ragazzi. Nel 2012 pubblica con Salani L'alfabeto ebraico e nel 2013 con Rizzoli La repubblica delle farfalle. Per altre informazioni sull’autore, consultare il sito web www.matteocorradini.com oppure inviare una email info@matteocorradini.com.

 

Per l’occasione la biblioteca comunale ‘Fucini’ ha dedicato la Vetrina di gennaio al ‘Giorno della Memoria’:

Io continuo a star zitta e a rimanere fredda e anche in seguito non retrocederò davanti alla verità, che è tanto più difficile da udire quanto più a lungo è stata taciuta. (Anne Frank)

 

L’altra iniziativa ‘per non dimenticare le stragi nazifasciste’, è inserita nell’ambito del progetto comunale ‘Investire in democrazia’, a cui parteciperanno oltre cinquecento studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di Empoli, si svolgerà martedì 28 gennaio 2014 al cinema La Perla, in via De’ Neri 5 a Empoli, alle 9.30: in scena lo spettacolo gratuito ‘Io ho visto’ di Pamela Villoresi, tratto dal libro di Pier Vittorio Buffa (edito da Nutrimenti), realizzato in collaborazione con il Teatro Metastasio di Prato e con la supervisione di Paolo Magelli, adattamento teatrale di Pier Vittorio Buffa e Maurizio Giammusso. Alla mattinata interverrà Roberto Bernabò, direttore responsabile del quotidiano Il Tirreno. Alle 21.30‘replica’ dello spettacolo, gratuito, per la cittadinanza che è invitata a partecipare. Alla serata interverrà Andrea Bardini, presidente dell’Aned sezione Empoli.

 

Io ho visto ‘per non dimenticare le stragi nazifasciste’. Tra il 1943 ed il 1945, gli anni dell’occupazione tedesca dell’Italia, le truppe nazifasciste condussero, parallelamente a quella contro gli alleati ed i partigiani, una terza guerra che gli storici hanno definito “guerra contro la popolazione civile”. Una guerra condotta in totale violazione delle regole, diventata una sorta di crimine di guerra continuato e feroce. Sono dieci-quindicimila i morti di questa guerra, nessuno li ha mai potuti contare con esattezza. Una lunga scia di sangue che dalla Sicilia arriva fino alle ultime propaggini alpine. Stragi efferate, uccisioni indiscriminate di uomini, donne, bambini, anziani. Delitti avvenuti in Italia ma che sono avvenuti e avvengono, con modalità simili, ovunque: dall’Estremo Oriente ai Balcani, dalla Russia all’Africa e al Medio Oriente. Il libro “Io ho visto”, di Pier Vittorio Buffa, racconta trenta storie di chi quegli eccidi li ha visti con i propri occhi. Bambini, ragazzi, giovani donne o uomini di allora che ricordano, rivivono un dolore che non si è mai cancellato. Pamela Villoresi dà voce ai protagonisti dei racconti. Uomini e donne di oggi che Buffa ha fotografato e i cui volti animano il palcoscenico. Un monologo a più voci della durata di circa sessanta minuti, accompagnato dalla musica e da giochi di luci che sottolineano i vari passaggi. Un testo teatrale che nasce dall’adattamento di una selezione di testi del libro, con rapidi passaggi di raccordo storico. Un testo teatrale che non vuole ricostruire fatti specifici ma descrivere l’orrore cui portano la guerra e lo smarrimento delle coscienze.E con la descrizione della complessa convivenza di ciascuno con la propria memoria, il proprio futuro, il perdono.

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Ultimo aggiornamento: 19/03/2024 09:41

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