L'ultimo saluto a Romano Nanni

Domenica 16 febbraio 2014 LUTTO CITTADINO. Questa mattina nella sala consiliare di Empoli Da ieri, sabato 15 febbraio 2014, tante persone hanno portato il ...
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16/02/2014

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COMUNICATO STAMPA

Domenica 16 febbraio 2014

 

LUTTO CITTADINO. Questa mattina nella sala consiliare di Empoli

 

EMPOLI – Da ieri, sabato 15 febbraio 2014, tante persone hanno portato il proprio saluto, commosso e di dolore, all’uomo, all’amico e ‘compagno di tutti’, Romano Nanni venuto a mancare dopo una lunga malattia. Questa mattina, domenica 16 febbraio 2014 nella sala consiliare del Comune di Empoli erano presenti gli amministratori locali dell’Empolese Valdelsa e della Regione Toscana; semplici conoscenti, ma soprattutto, la famiglia ed i parenti di Romano Nanni.

 

«Siamo qui per dare l’ultimo saluto al nostro caro Romano – ha detto Luciana Cappelli, sindaco di Empoli - . Molti di noi hanno fatto il loro percorso insieme a lui. Prima nel movimento degli studenti, poi nel partito e infine nella amministrazione. In altri momenti si sarebbe detto un pilastro del gruppo dirigente. Romano è stato un riferimento fondamentale per noi che ci avvicinavamo alla politica ed alla gestione della cosa pubblica».

 

Un lungo applauso e la voce a tratti interrotta dalla commozione di Varis Rossi, ‘ex’ sindaco del Comune di Empoli, che prende la parola.

 

«La mia formazione non mi ha fornito gli strumenti dell’arte oratoria, chiedo a te Romano ed ai presenti di scusarmi se non riuscirò a recarti quell’omaggio a Te dovuto, ad una persona che ho avuto il dono di aver conosciuto e frequentato e di avergli voluto bene come ad un amico caro. Assai caro, come nessun altro. Mi appoggerò sulla memoria, sulle immagini che riesco a mantenere e ripescare nel bene e nel male infinito che possono dare. Mi appoggerò sul cuore, sui sentimenti, e se lacrime saranno, non sarà solo per colpa dell’età! Un ringraziamento di cuore al Sindaco di Empoli a quello di Vinci che hanno voluto rendere omaggio a Romano Nanni, con parole adeguate. Al sindaco Luciana Cappelli per aver voluto ospitare nell’aula del Consiglio Comunale, nel luogo più importante ed autorevole, potremmo dire di sacralità laica, della nostra Città, di Empoli, per aver voluto ospitare per questo triste commiato Romano Nanni. Arriva nella frazione di Ponte a Elsa, nelle scuole della nostra città. Un tempo quello in cui “tutto è politica” e da qualche parte del mondo masse studentesche, ma non solo tali “sognano la fantasia al potere”. Ponte a Elsa, come le altre frazioni, ma qui c’è un di più, c’è un fiume che divide e unisce, due comuni diversi, due province, qui non si può scherzare! Sul serio va fatta anche la politica! Romano conosce ed entra nel PCI. Fino ad arrivare ad essere un dirigente “a tempo pieno”. Su questa qualifica di allora ed in seguito si celava, si scherzava: meglio questa definizione che quella più gigantesca di “rivoluzionario di professione”, che prima o poi, qualora l’avessimo fatta avremmo dovuto fare l’autocritica. Romano in questi ultimi quattro anni, parlando mi diceva che se non ci fosse stato il PCI, tanti giovani, molti di più di quelli che vi caddero, sarebbero finiti in esperienze terroristiche. Sono gli anni del 68, della lotta a favore del Vietnam, delle conquiste sindacali, sono anni straordinari per tanta parte del Mondo. Nella sezione di provenienza, al Centro, ci si accorge di questo giovane. Va tenuto presente. Si faceva anche così! L’organizzazione era necessaria, serviva ed aveva bisogno sempre di energie nuove, meglio se di qualità. Sapeva tenere insieme una matassa di fili diversi, ma necessari per capire e padroneggiare un contesto unitario. Spesso la qualità della scelta, della proposta, oggi potremmo dire delle determine, delle decisioni, scaturiva da questo suo “essere all’altezza”, fosse nel suo lavoro nel Partito, in Comune ed infine nella meravigliosa sua avventura culturale come direttore della biblioteca e del Museo leonardiano».

 

«Questo mio pensiero – prosegue Varis - ve lo raffiguro pensando ad un aquilone, il più bello che abbia mai conosciuto, nella mia passione, mai sopita, per queste presenze nell’infinito cielo, l’aquilone di Romano era sempre quello più bello, azzeccato nei colori, nella stabilità del cielo, non perdendo mai i colori diversi del gomitolo che Romano padroneggiava con autorevolezza assoluta. Empoli e Vinci hanno nel loro manifesto compiuto un gesto unico. Assieme per ricordare un cittadino che ha svolto funzioni diverse in comuni uniti dalle sponde dell’Arno, in questa Città fra le due sponde, in questa città che è unica destinata forse ad allargarsi nel tempo delle necessità e delle scelte amministrative che speriamo corrispondano alla vita ed agli interessi dei cittadini. Questa città fra le due sponde, uno dei fili di quella matassa che quella mano teneva … è il piano della viabilità, è il piano Zambrini, è il piano sul quale Romano lavorò e definì arrivando addirittura a abbozzare soluzioni che oggi vediamo in quel piacevole che dal ponte attraversa Sovigliana. Ricorderò alcuni passaggi che hanno caratterizzato le nostre storie, piccole, ma avvenute, come quelle di altri in contesti più alti, passaggi decisivi per intere generazioni, per la storia del nostro Paese, dell’Italia, per la sua democrazia. Ma prima voglio che sia chiaro che stiamo parlando di una persona, di un intellettuale, in formazione permanente, che sentiva la necessità di scavare in libri impegnativi, una necessità che lo portava a non smettere mai di mantenere e sviluppare, temi, personaggi, periodi storici, che solo all’apparenza, per noi, non avevano attinenza con il fare (buffa parola) della politica con la concretezza del governo locale. Romano si laurea in Filosofia, ma non si ferma al Titolo necessario per accedere, eventualmente a dei concorsi, continua a pensare, a scavare, ad arricchire quella matassa colorata di fili, potremmo dire che Romano è il Migliore dio una generazione. Arriva nella frazione di Ponte a Elsa, nelle scuole della nostra città. Un tempo quello in cui “tutto è politica” e da qualche parte del mondo masse studentesche, ma non solo tali “sognano la fantasia al potere”. Ponte a Elsa, come le altre frazioni, ma qui c’è un di più, c’è un fiume che divide e l’unisce, due comuni diversi, due province, qui non si può scherzare! Sul serio va fatta anche la politica! Romano conosce ed entra nel PCI. Fino ad arrivare ad essere un dirigente “a tempo pieno”. Su questa qualifica si allora ed in seguito si celiava, si scherzava: meglio questa definizione che quella più gigantesca di “rivoluzionario di professione”, che prima o poi, qualora l’avessimo fatta avremmo dovuto fare l’autocritica. Romano in questi ultimi quattro anni, parlando mi diceva che se non ci fosse stato il PCI, tanti giovani, molti di più di quelli che vi caddero, sarebbero finiti in esperienze terroristiche. Sono gli anni del 68, della lotta a favore del Vietnam, delle conquiste sindacali, sono anni straordinari per tanta parte del Mondo. Nella sezione di provenienza, al Centro, ci si accorge di questo giovane. Va tenuto presente. Si faceva anche così! L’organizzazione era necessaria, serviva ed aveva bisogno sempre di energie nuove, meglio se di qualità. Diventa consigliere comunale e poi assessore. Conosce di persona uomini e donne che avevano saputo contrastare e combattere il fascismo, fare la Resistenza e poi avviato la Ricostruzione della città, avevano ripreso a produrre pensieri lunghi … pensate che nei programmi presentati da subito si parlava, ad Empoli, di PRG, di acquedotto, di scuole … di Teatro. Difficile fino all’impossibile essere una città senza godere di un Teatro! Quando fu assessore all’urbanistica, al territorio, Romano, riprese e sviluppò questa idea di avere un Teatro fino a giungere ad una prima fase di realizzazione del contesto dove era stato previsto. Non ce la facemmo ad andare avanti. I tempi cambiavano e non in direzione favorevole alle spese ed agli investimenti per la cultura, per questo bene immateriale che se lo possiedi vuole essere continuamente alimentato, ma nessuno può portartelo via. Aver perso questo filo è stato un forte rammarico. Tutto non era possibile. Creavi il parco di Serravalle, negli anni, per molti anni, con investimenti adeguati e possibili. Bella realizzazione, che anni prima in un incontro con i tecnici per la revisione del PRG lo descriveva come un tassello, un approdo di un percorso che da Monterappoli, lasciando alla sinistra Poggipiedi e proseguendo in Ormicello, arrivando a lambire il Pantano, fino alla zona, contigua al Parco di Serravalle, delle cave di Arnovecchio, attraversare l’Arno, unire Empoli a Limite ed abbracciare il Montalbano, nostro monte di riferimento, nella sky line più amata. Quanti fili colorati, caro Romano, ma anche un Aquilone insuperabile. Così si muoveva, così l’hanno conosciuto i diretti collaboratori i sindaci che con lui hanno avuto modo di esserci, da Mario, a Silvano, a Vittorio, a Luciana, a Dario. Potrei continuare, la memoria non si ferma, ma non posso. Dovremmo però ritornare nel tempo dovuto, tutti assieme, e siamo tanti, che possono dire qualcosa di Romano, a descrivere quale vino abbiamo potuto bere dalla sua vigna! Poi lo pubblicheremo, sarà utile per noi, per non smarrirlo. Cosa eccezionale. Ma ne vale la pena. Elenco … questione dei fiumi, delle acque la vittoria contro le cave di Arnovecchio, dotare la città di conoscenze geologiche, un piano per il commercio sovra comunale, uno stare assieme sulle tematiche della depurazione, della cura e della tutela delle acque nelle strade grandi e minute del loro apparire e scomparire, la ricerca di un livello istituzionale che impedisse a questa parte della Toscana di ridiventare “una periferia di Firenze”, di perdere tratti distintivi di eccellenza che da qua, spesso, sono scaturiti. Questa stagione diciamo più politica ed istituzionale termina e Romano Nanni fa qualcosa di stupendo. Diventa direttore della biblioteca e del Museo Leonardiano di Vinci. Il suo metodo di studio, di conoscenza, il suo non aver mai abbandonato la cultura, i libri, trovano il punto su cui la sua leva può poggiare, affermandosi come autorevole studioso di Leonardo, dell’Umanesimo e del Rinascimento italiano.Non solo in Italia, ma nel mondo se ne rendono conto e vola sopra un aquilone di acciaio in Francia, in Russia, Germania, Emirati Arabi, in Cina, in America, ed aumentano le citazioni dei suoi articoli, opuscoli, libri. Relazioni forti di consapevolezza del suo valore, relazioni che hanno cercato, invano, di trovare qualcosa, anche una illusione che facesse immaginare più tempo di vita. Programmo a Parigi una iniziativa con il Ministero della Difesa sulle fortezze, su Leonardo e le fortezze, ma chissà se ci sarò, è per il 2019!Ci sarai, prova a convincerli … Durante il tempo dell’angoscia è stato l’attaccamento alla famiglia, ai figli a sorreggerlo in passaggi aspri fino all’inumano, ma straordinariamente in questo tempo ha risposto con la sua forza intellettuale, come terapia, ha corretto le bozze di un ennesimo Libro tradotto in inglese accompagnato spesso dal dolore e dalla mancanza di speranza, ma ha continuato, ed il suo ultimo libro è uscito anche in inglese| Romano è un uomo giovane, ha poco più di40 anni quando vince il concorso a Vinci, tratta questo suo lavoro come un intellettuale, un uomo che l’Università avrebbe dovuto avere. E l’Università se ne accorge. C’è un luogo particolare sulla rete che contiene le produzioni intellettuali, le lezioni tenute nelle Università, le diverse lezioni al Sant’Anna di Pisa sui rapporti con la meccanica, la geometria, di Leonardo di Pier della Francesca …Mi suona, una sera, contento della notizia, mi dice che il Ministero delle università gli ha riconosciuto l’abilitazione nazionale nelle università alla docenza in logica e filosofia della scienza, roba da fare una festa! Ma Romano contento di questo riconoscimento mi dice che è una beffa! Un legame con Leonardo cominciato per combinazione degli astri tanti anni fa quando Assirelli, sindaco di Empoli, chiede a Romano di andare a rappresentare il comune di Empoli invitato dal Rotary, ad Amboise in Francia, dove riposa il Vinciano! Mamma Vincenza deve rapidamente predisporre la giacca adatta riadattandone una più larga. Quando rientrò da noi non chiedemmo cosa era stato detto intorno a Leonardo ma cosa era stata detta e fatto intorno al Pranzo. Parlammo di fagiani e di altre cose che capivamo possibili! Romano stava preparando la prossima lezione Vinciana che si tiene in prossimità della data di nascita di Leonardo, vale a dire il 15 aprile, e quest’anno l’avrebbe dovuta tenere Romano Nanni! La terrà! La dovrà tenere. Ha lasciato appunti e tracce per questa lezione. Monica troverà chi la svilupperà o la spiegherà a quanti saranno presenti. In questo modo il Comune di Vinci vuole onorare il suo direttore della biblioteca e del Museo. Voglio rinnovare la mia partecipazione allo smarrimento ed all’infinito dolore di Delio, di Alice di Marco di Monica, figli che amava e non perdeva mai di vista. Ascoltava, giocava con loro, insomma gli piacevano. Perché se c’era qualcosa più grande della sua preparazione era la sua bontà, la sua cura verso i suoi figli. Voglio anche ringraziare i suoi parenti di Bologna che sono venuti a salutarlo, gli zii, i cugini dai quali ci fermavamo ogni qual volta doveva andare a Bologna. La cura, l’attenzione nell’ospitare il loro nipote e chi lo accompagnava. Sottovoce mi chiedevano come va Romano? Bene, rispondevo mentendo. Ma loro sapevano che mentivo. Ma aggiungevano: speriamo. Grazie anche a nome di Romano di essere qui».

 

L’ultimo saluto a Romano da Alberto Casini, vice sindaco del Comune di Vinci.

 

«Ieri mattina davanti alla salma di Romano – ha detto il vice sindaco di Vinci - con la dottoressa LoPresti, la stessa mi ha raccontato che alla domanda di una persona che non sapeva chi era quest’uomo così importante per le nostre comunità ha risposto, con la profonda e semplice sintesi che solo una donna in certi momenti può avere, “era un compagno”. Questa frase, nella sua verità e anche banalità, mi è rimasta impressa, perché se volessimo riassumere la vita di Romano in una parola credo che questa sia quella giusta, perché più che politicamente e ideologicamente Romano era rimasto soprattutto culturalmente un compagno. Eppure Romano in fondo era unsolitario, aveva come tutti i fuoriclasse uncarattere difficile, delle volte anche sgradevole e scontroso, ma io gli ho sempre visto nascondere questo anche con unagrande sensibilità e fragilità. Quella che forse non l’ha aiutato nell’0impegno politico e che invece lo ha reso famoso nel panorama degli studiosi leopardiani, visto che questa sensibilità di studioso gli consentiva di spaziare nella cultura rinascimentale anche prendendola dal punto di vista della contemporaneità e dell’innovazione. Abbiamo conosciuto insieme artisti come Panamarenko, Vacchi, Paladino, Buonanotte, figli della nostra epoca e che solo apparentemente con Leonardo non c’entravano nulla. C’entravano invece per quella idea di futuro immaginario e fantastico e di passato mitico e plasmante che ci avevano voluto trasmettere. Con Romano l’amministrazione di Vinci dal 1994 al 2014 ha radicalmente modificato e potenziato l’immagine e gli stessi contenuti del museo e della biblioteca dedicati a Leonardo facendo fare in questo senso alle strutture culturali un passo avanti decisivo. Di questo la comunità gli sarà infinitamente grata, anche in virtù del fatto che da questo punto non si tornerà più indietro, anche se lui non sarà più insieme a noi, con la curiosità di un bambino, la tenacia di un vero studioso, la forza di chi del progetto culturale aveva fatto la sua stessa ragione di vita. Adesso non mi resta che salutare la sua famiglia, i suoi ragazzi, ringraziare tutti quelli che inquesti terribili anni della sua malattia hanno sofferto con lui, cercando di aiutarlo nel suo lavoro, di alleggerire il suo dolore fisico e morale, il dolore di chi è cosciente del proprio destino, e che nonostante tutto lo affronta con dignità, a viso aperto, conil coraggio fino all’ultimo come un vero leone. Ciao Romano, io che come te non ho una grande fede, vorrei che per lo meno tu abbia raggiunto la pace e che ogni tanto, tu possa aiutarmi, pur nell’assenza, a far crescere quegli ideali dai quali ambedue siamo stati formati e che ci accompagnano nella nostra breve vita. Grazie a tutti».

 

Un grande applauso per salutare l’ultima volta Romano.

Ultimo aggiornamento

Last modified: 19/03/2024 10:27

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