Ponti, non muri: da "Codice a sbarre" nasce "Sbarre d'inchiostro" degli studenti del 'Pontormo'

Un percorso culturale e umano intenso e fertile di riflessioni, lettere, disegni, un vero e proprio dialogo tra due realtà territoriali: l’ISIS “Il Pontorm...
Data:

09/04/2015

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  • Comunicato stampa

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EMPOLI - Un percorso culturale e umano intenso e fertile di riflessioni, lettere, disegni, un vero e proprio dialogo tra due realtà territoriali: l’ISIS “Il Pontormo” e la casa Circondariale femminile di Empoli. Nasce così il volume Sbarre d’inchiostro, la risposta, il seguito ideale di Codice a sbarre (Ibiskos Editrice Risolo, 2014), libro che è stato il risultato finale di un importante laboratorio di scrittura ideato e curato dalla casa editrice con Patrizia Tellini, che ha visto come protagoniste le ospiti detenute della struttura empolese. Codice a sbarre ha recentemente ricevuto anche il riconoscimento ufficiale del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ai quali la casa editrice aveva inviato copie in omaggio per informali e renderli partecipi dell'iniziativa. Come avvenuto per Codice a sbarre in favore del Centro Aiuto Donna "Lilith" di Empoli, il ricavato delle vendite di Sbarre d'inchiostro, coperte le spese di stampa, verrà destinato alle attività didattiche dell'ISIS "Il Pontormo" ed in particolare, al progetto di scrittura che lo ha ispirato. Il libro verrà presentato sabato 11 aprile 2015 alle 17 nell’Auditorium del liceo “Il Pontormo” per studenti e docenti; mentre sabato 26 settembre 2015 il libro verrà presentato alla comunità empolese nel cenacolo degli Agostiniani, via dei Neri 15.

 

SBARRE D'INCHIOSTRO – E’ stato presentato oggi (giovedì 9 aprile) nella sala polivalente della Casa Circondariale femminile di Empoli, alla presenza del direttore Graziano Pujia, che non è mancato nei ringraziamenti corali a tutti coloro che si impegnano e lavorano per portare avanti la mission istituzionale. «Oggi si realizza lo scambio continuo tra società esterna e civile e il mondo del carcere e da qui nasce il vostro libro ragazzi. Il mio augurio è che da questa iniziativa ne nasca un’altra, come realizzare un opuscolo continuo, dalla scuola al carcere»; Eleonora Caponi, assessore alla cultura di Empoli che ha ripercorso quel pomeriggio del 25 ottobre (presentazione di ‘Codice a sbarre’), ha portato i saluti del sindaco Barnini, ed ha ricordato come «dieci anni fa con Patrizia portammo le prime macchine da cucire e rivederle ancora qui significa aver fatto tanta strada. Abbiamo parlato tanto di un ponte tra il dentro ed il fuori e viceversa e voi lo avete tenuto sempre aperto»; Antonietta Risolo insieme a Monia Balsamello della Ibiskos Risolo Editrice, hanno sottolineato il successo del libro ‘Codice a sbarre’ del tutto inaspettato, un’emozione che torna e ritorna, come «inaspettata per me – dice Risolo – è stata la risposta della comunità di Empoli, una risposta che mi ha meravigliata. Al di là di questi due libri in perfetta sinergia, desidero che questa collaborazione tra amici e nuove amiche continui per lavorare ancora insieme, magari pensando ad un altro libro, questa volta delle agenti penitenziarie», mentre Monia che si è occupata della parte tecnica e grafica del volume ha sottolineato l’incontro tra le due anime per un solo file rouge. Le insegnanti del liceo “Il Pontormo” Sandra Troilo, Daniela Innocenti, Giovanni Lopez, Elisa Mariani, Daniela Malanima, Rosella Luchetti, Daniela Desideri ed Elisa Dei, hanno pensato a che cosa era scattato nei ragazzi dopo la presentazione di ‘Codice a sbarre’. «Con questo libro si sono unite due realtà vive, da un progetto che da l’opportunità di cogliere, di essere capaci di scrivere ed incontrare l’attualità come è il carcere. Avete avuto il coraggio di superare i pregiudizi». Erano presenti gli studenti scrittori e le donne detenute autrici dei racconti di ‘Codice a sbarre’. Connessioni e rimandi che si evidenziano già nei due titoli e che fanno dei due volumi quasi un tutt’uno. Una integrazione perfetta.

 

IL LIBRO – ‘Sbarre d’inchiostro’ nasce da Codice a sbarre, ma prima ancora da iniziative e progetti di scrittura. La potenza di ‘Homo videns’, laboratorio di scrittura giornalistica da tempo in atto nell’Istituto “Il Pontormo,” ha attraversato le sbarre della Casa Circondariale di Empoli. Ponti, non muri: questa è la loro metafora per far capire lo spirito del lavoro. La sete di bene, di giustizia, di calore ha unito tutti in un desiderio comune: scrivere Sbarre d’inchiostro. Un’esperienza unica, come l’hanno definita gli insegnanti Sandra Troilo, Daniela Innocenti, Giovanni Lopez, Elisa Mariani, Daniela Malanima, Rosella Luchetti, Daniela Desideri ed Elisa Dei. Il fil rouge tra le due pubblicazioni è arricchito dalla consapevolezza sull’importanza del cambiamento e la presa di coscienza che oltre cancelli e sbarre si trovano persone e storie e non concetti astratti. Un testo che si compone di due parti: una intitolata ‘Riflessioni’ ed una ‘Lettere’. Ibiskos Editrice Risolo ha proposto e dato continuità editoriale al progetto, per testimoniare l’importanza di andare oltre il pregiudizio e dar spazio a tutto quello che ‘fuori’ dal carcere ancora non è compreso e accettato, a partire dalla sua funzione sociale. La parola scritta come espressione di sé, ma anche modo per oltrepassare le barriere fisiche e quelle del pregiudizio. Un filo di inchiostro che scioglie le sbarre e parla di libertà, comprende l’errore e percepisce l’esempio di chi mette in guardia per non sbagliare. Un dialogo a distanza tra due mondi lontani, ma animati dalla stessa voglia di dire con i propri scritti: ci sono anch’io. La partecipazione a storie lontane dalla quotidianità e le relazioni inaspettate nate dall’incontro e confluite in Sbarre d’inchiostro hanno fatto sentire più ricchi come docenti e soprattutto come esseri umani. Come per Codice a sbarre, Ibiskos Editrice Risolo ha raccolto testi e disegni, occupandosi della parte tecnico-grafica-redazionale del volume. La scelta di testi e disegni è stata dei curatori del volume. Un percorso che, come per il primo libro, si spera possa raggiungere molteplici destinazioni, superando ostacoli, limiti, muri e pregiudizi per creare varie occasioni di confronto e riflessione nella comunità.

 

TUTTO COMINCIÒ CON ‘CODICE A SBARRE’ - 25 ottobre 2014: presentazione nell’Auditorium dell’Istituto del libro Codice a sbarre. Un incontro a dir poco ‘illuminante’ con le donne del carcere. Ragazzi abituati, grazie ai social network e alla rete, ad entrare in comunicazione con ogni angolo della terra, hanno tuttavia accolto con meraviglia le detenute della Casa Circondariale di Empoli, come se fossero venute dall’altro capo del mondo. Eppure quelle otto donne venivano da appena quattro chilometri di distanza. Studenti sensibili alle problematiche sociali, impegnati da tempo in un progetto giornalistico che li sollecita a passare dall’io al noi, sono entrati in contatto con la condizione carceraria, con i suoi ritmi scanditi non da moti interiori, ma da una volontà esterna, con le continue, quotidiane domande senza risposta sul senso della propria esistenza. Hanno accolto con grande disponibilità il progetto degli insegnanti di intrecciare la didattica e la cultura alla vita e di entrare in una comunicazione intensa con le donne detenute. Codice a sbarre, come sapete, raccoglie i contributi di Lu, Aleks, Alessandra, Cristina, Giusi, Micheli, Patri e Mery, ospiti, ora e in passato, della Casa Circondariale. Con i loro scritti hanno voluto testimoniare la vita “prima” e “dopo” l’ingresso in carcere, la delusione, il senso di smarrimento, le arrese, la volontà, le prove, il dolore, la speranza.

 

LA LETTURA DI ‘CODICE A SBARRE’ - La lettura di alcune pagine di Codice a sbarre aveva provocato negli alunni accoglienza, partecipazione, lacrime, ma anche censura e critiche feroci. Dietro a quelle storie affidate alla carta c’erano volti spenti, occhi tristi, anime ‘in pena’. Quel dito puntato facilmente contro un foglio bianco si è abbassato nell’ascoltare le toccanti testimonianze di alcune recluse: frammenti di vite offese, lacerate, disperate. L’abbattimento di uno stereotipo ha creato nelle loro menti uno spazio da ammobiliare con avventure intellettuali ed emotive mai pienamente esplorate: l’interesse sincero per altre persone, l’autocritica, la solidarietà umana verso situazioni mai veramente pensate finora. Le donne del carcere hanno trasmesso la speranza nella possibilità che un reo diventi un cittadino onesto. Obiettivo questo ribadito nel 2011 anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che sottolineò “l’abisso che separa la realtà carceraria di oggi dal dettato costituzionale sulla funzione rieducatrice della pena e sui diritti e la dignità della persona”. Pensare possibile questo cambiamento è un punto fermo di civiltà. La Casa Circondariale empolese, realtà di riferimento, interpreta questa finalità seguendo il principio espresso dalla Costituzione, che raccomanda la funziona “rieducativa” della pena e non certo la concessione di un faticoso permesso a sopravvivere.

 

QUELL’INCONTRO ALL’AUDITORIUM DEL LICEO PONTORMO - Il volume è stato oggetto di vari incontri, confronti e presentazioni, tra cui quello presso l’Auditorium dell’ISIS “Il Pontormo” del 25 ottobre 2014. Tutto avvenne alla presenza degli studenti (che avevano lavorato sul volume, nell’ambito di laboratori in classe) e di Tommaso Bertelli (Dirigente dell’Istituto), Eleonora Caponi (Assessore alla cultura del Comune di Empoli), Graziano Pujia (Direttore della Casa Circondariale femminile di Empoli, Antonietta Risolo e Monia B. Balsamello per la Ibiskos Editrice Risolo), Patrizia Tellini (curatrice del volume), Laura Turini e Rosella Luchetti (docenti referenti del progetto “Oltre i muri”, Barbara Antoni (giornalista de “Il Tirreno” e direttrice della rivista ‘Ragazze fuori’), Maria Teresa Delogu (Compagnia teatrale “Giallo Mare Minimal Teatro”) e soprattutto delle autrici Lu, Aleks, Alessandra, Cristina, Giusi, Micheli, Patri e Mery. Fu un incontro denso di consapevolezza, considerazioni e condivisione. E proprio da quella mattinata prese poi spunto e avvio questa seconda pubblicazione sul tema, Sbarre d’inchiostro, che abbraccia il prezioso punto di vista degli studenti delle classi quarte e quinte coordinati dai loro insegnanti e raccoglie riflessioni, spunti, idee, perplessità e proposte sulla condizione carceraria attuale e lettere dedicate alle autrici di Codice a sbarre che hanno ispirato i ragazzi con le loro testimonianze. Il tutto arricchito dall’impatto visivo ed evocativo di disegni e immagini.

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Ultimo aggiornamento: 19/03/2024 10:37

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