Descrizione
EMPOLI – Prosegue la pubblicazione delle recensioni delle 27 opere selezionate dalla giuria del Premio Letterario Pozzale Luigi Russo che giunge quest’anno alla 63a edizione.
In attesa della consegna, che avverrà la sera di giovedì 16 luglio, a partire dalle 21.30, nel Chiostro degli Agostiniani, il Comitato organizzatore ha deciso di far conoscere i libri che sono stati valutati. Le recensioni vengono pubblicate, una al giorno, sul sito web premiopozzale.it e sulla pagina facebook collegata.
Uno scritto redatto direttamente dai componenti del comitato, appassionati di lettura ed esperti che vogliono far conoscere le opere partecipanti al premio.
Una recensione al giorno è il modo per accompagnare i cittadini e chi ama la lettura verso la cerimonia di premiazione del riconoscimento, nato a Pozzale nel 1948.
TITOLO: Storia linguistica dell'Italia repubblicana
AUTORE: Tullio De Mauro
CASA EDITRICE: Laterza, 2014
A distanza di 50 anni, De Mauro riprende e completa il suo grande affresco sulla storia dell’Italia dall’unità. Non -s’intende-, una storia della lingua, ma una storia d’Italia attraverso la riflessione sulle politiche e le pratiche linguistiche, ricostruendo i contesti demografici, sociali, culturali. Quella dell’immediato dopoguerra era un’Italia contadina, con alto tasso di analfabetismo, e scarsa scolarità; si parlava soprattutto in dialetto, le donne accedevano solo allora al voto. Gravavano le persistenze istituzionali e sociali dello stato fascista, e la Carta Costituzionale, pur così coraggiosamente innovativa, anche per quanto riguardava la dimensione linguistica, era quasi soltanto un orientamento ideale verso cui guardare per introdurre elementi di discontinuità e di emancipazione.
De Mauro ricostruisce il peso delle diverse componenti (l’urbanizzazione, le migrazioni interne e internazionali, la scuola, i mass-media, fino all’uso del web) che hanno portato a una significativa trasformazione della lingua nazionale; l’italiano ha smesso di essere una lingua morta, buona per scrivere poesie o atti amministrativi, e si è mostrato capace di piegarsi alla comunicazione quotidiana, nonostante ritardi delle istituzioni scolastiche e resistenze, negli atti amministrativi come anche nei giornali, di abitudini di scrittura lontane dal parlato. Una lingua finalmente non d’elezione e di scuola, ma nativa, con le sue varietà sempre meno legate a elementi di distinzione sociali e sempre di più arricchite dalla consapevolezza della pluralità dei registri espressivi. Grazie a questi processi si è trasformato anche il nuovo ruolo dei dialetti, prima legato all’impossibilità di accedere a una lingua nazionale, e ora riscoperto nella sua ricchezza, nella sua funzione di cura delle relazioni primarie e di espressione di un’autenticità di maggiore spessore.