Descrizione
COMUNICATO STAMPA
Mercoledì, 10 luglio 2013
EMPOLI ESTATE 2013. Ieri sera, martedì 9 luglio nel Chiostro
EMPOLI Sulle note di Bach, suonate dalla leggerezza di violoncello di Paola Balducci, l’eleganza della nuova location il Chiostro degli Agostiniani -, sotto luci soffuse di lanterne color bianco, poste su tavoli rigorosamente in ‘rosso’, che rendeva l’atmosfera molto suggestiva, si è aperta la sessantunesima edizione del ‘premio letterario Pozzale-Luigi Russo’, carico di freschezza ed entusiasmo ed è stato un successo di pubblico e di contenuti.
Sopra uno spaccato di cielo stellato, Luciana Cappelli sindaco di Empoli ha salutato la serata con parole di affetto per il ‘Premio’, per la giuria, il Comitato Organizzatore, ma soprattutto si è rivolta ai giovani, che oggi si ritrovano al circolo del Pozzale e che sono legati a questo premio che deve rimanere il loro futuro e nel loro futuro.
«Ogni anno l’appuntamento con la cerimonia del Premio Pozzale, e questa è la sessantunesima edizione, è motivo di emozione e di riflessione, ci aiuta a leggere la realtà attraverso lo sguardo di autori che, come dichiara esplicitamente lo statuto del premio, contribuiscono al ‘pieno riconoscimento della pluralità delle espressioni culturali, sociali, e istituzionali, nel rispetto dello spirito popolare che è stato alla base della nascita del premio. Un ringraziamento sincero e convinto a Vera Viti, una delle fondatrici ed ispiratrici, che ha continuato il proprio impegno fino alla fine della sua vita. Un impegno fatto di passione, di intelligenza e di coerenza come quello che vera sapeva mettere in tutto quello che faceva. Nel salutare i familiari di Vera Viti presenti questa sera rivolgo un pensiero affettuoso anche a Carlo Ferdinando Russo, stasera è presente il nipote e a tutta la famiglia Russo, così strettamente legata da sempre al premio. Da questo gruppo di persone ha continuato il sindaco di Empoli fortemente impegnate nella ricostruzione postbellica, possiamo e dobbiamo trarre ispirazione ed ulteriore energia per proseguire il nostro cammino. Luigi Russo era particolarmente affezionato al premio ed alla sua gente e credeva fermamente nel dovere da parte degli intellettuali di confrontarsi con la società civile e di favorire l’accesso alla cultura. Desidero rivolgere ha proseguito il sindaco Cappelli un saluto a Nina, figlia di Silvio Guarnieri, critico letterario, per molti anni presidente del premio e legato alla nostra città. Quest’anno la giuria del premio Pozzale Luigi Russo ha deciso di premiare Ermanno Rea e Luciano Canfora. Credo di non sbagliare ed interpretare il sentimento della giuria nel dire che con questo riconoscimento si è voluto premiare non solo le opere letterarie ed autori di grande valore artistico, testimoniato fra l’altro da altri importantissimi riconoscimenti che i due autori hanno raccolto negli anni, ma anche due testimonianze e due scrittori che hanno lasciato il segno da un punto di vista sociale e civile e che in questo modo hanno contribuito allo sviluppo culturale e sociale del nostro paese. Sono sicura che al di là del luogo dove lo celebreremo, il premio Pozzale Luigi Russo continuerà anche nei prossimi anni ad essere il centro della vita culturale della nostra città e ad offrire argomenti ed occasioni di discussione e di arricchimento culturale e sociale. Il premio Pozzale si rinnova mantenendo fede a se stesso!».
Un omaggio a Vera Viti con il saluto di affetto della sorella presente alla cerimonia, Adriana Viti, e da Alice Pistolesi membro del circolo del Pozzale e membro del Comitato organizzatore delle iniziative collaterali al Premio Intorno al Pozzale -.
In prima fila tutta la giuria del Premio. Adriano Prosperi, il presidente, ha letto le motivazioni di assegnazione del ‘Pozzale’ a Luciano Canfora, premiato dal sindaco Cappelli. «Il suo libro, una storia sacra costruita a posteriori ‘Spie, IRSS, antifascismo: Gramsci 1926 1937’ dove a è più inedito dell'edito. Neanche l'opera di Gramsci si è sottratta a questa specie di legge. Cosi ad esempio è ingenuo immaginare che, nella acuminata sua riflessione carceraria incentrata su genesi sviluppo ed efficacia del fascismo, Gramsci abbia relegato ai margini il macroscopico fenomeno della marcia trionfale del nazionalsocialismo tedesco. Questo libro mostra appunto quanto infondata sia, e provinciale, una tale veduta». Luciana Canfora ha sottolineato come il suo camino all’indietro lo abbia aiutato a spiegare se stesso. «La politica - ha detto Canfora - è conflitto; contro una libertà vera e profonda l’arma più nociva è discreditare la politica. Il nostro dovere è parlare, non mentire, insegnare imparando è politica. La frase epica, omerica di Marx ed Engels che recitava unitevi, oggi è complicatissima» ed ha concluso ricevendo un grande plauso dal pubblico presente -.
Ma le emozioni non ci abbandonano. Tornano con l’altro vincitore ex aequo, Ermanno Rea, autore di 1960. Io Reporter, premiato da Eleonora Caponi, assessore alla cultura di Empoli, introdotto da Cristina Nesi, membro della giuria del Pozzale, che ha commentato le fotografie di Rea, descrivendone la luce, le sue donne, la natura, la storia, il ruvido, i toni grigiastri. «Questo libro - ha detto Nesi - ha una componente di perseguire con tenacia la voglia di costruire la storia della propria vita. Un archivio immenso perduto e poi ricostruito. Rea non poteva lavorare per un giornale borghese e lascia la scrittura appunto per dedicarsi alla fotografia, viaggiando moltissimo, spingendosi fino all’estremo oriente. Rea diventa un universo di immagini perdute, poi ritrovate, custodite anche nella biblioteca nazionale» come ha poi spiegato lo stesso scrittore.
Una pausa. Torna il violoncello di Paola Balducci sulle note di Bach e sale sul palco lo scrittore Pier Vittorio Buffa che riceve una menzione speciale, autore del libro ‘Io ho visto’, raccontato in due letture da alcuni brani, letti da Angela ed Andrea, che sottolineano la veridicità di quegli atroci fatti, di quell’epoca storica che troppo spesso qualcuno vorrebbe dimenticassimo e li raccontano facendoci sentire il sapore acro di quel sangue versato, di quella materie biancastra fuori uscita dalla testa di una madre che viene colpita ed uccisa e salva con il suo corpo la propria figlia. Leggono la morte che ha falciato la vita di molti in quella strage, a Stazzema. (pt)