Descrizione
EMPOLI - «Una nave è attraccata alla banchina in attesa dell'imbarco di questi soldati. Il piroscafo comincia ad inghiottire il suo smisurato carico umano. Tutti scivolano lungo un canapo e arrivano sul fondo. E' subito incomprensibile come il ventre della nave possa contenere un così grosso numero di persone. Quando il carico è al completo viene chiuso ermeticamente il boccaporto». Silvano Lippi, testimone.
Pochi sanno del naufragio del piroscafo norvegese Oria e degli oltre 4000 militari italiani che vi hanno perso la vita. A Empoli, nella notte di San Lorenzo, quelle ‘stelle’ verranno ricordate domenica 10 agosto 2014 alle 21.30 con il monologo interpretato e a cura di Andrea Giuntini, intitolato ‘La gavetta in fondo al mare’: finissage della programmazione di Apritichiostro, nel chiostro degli Agostiniani in via dei Neri, 15, che ha regalato come ogni estate, tante serate indimenticabili.
Il monologo di Paolo Ciampi, giornalista e scrittore, ricostruisce con la precisione dello storico tutte le fasi di quel dramma.
«Dopo l’urto della nave contro lo scoglio - scrive Guarisco - venni gettato per terra e quando potei rialzarmi un'ondata fortissima mi spinse in un localetto situato a prua della nave, sullo stesso piano della coperta, la cui porta si chiuse. In detto locale c'era ancora la luce accesa e vidi che vi erano altri sei militari. Dopo poco la luce si spense e l'acqua iniziò ad entrare con maggior violenza. Salimmo in una specie di armadio per restare all'asciutto, di tanto in tanto mettevo un piede in basso per vedere il livello dell'acqua. Passammo la notte pregando col terrore che tutto si inabissasse in fondo al mare». La testimonianza di uno dei sopravvissuti: il sergente di artiglieria Giuseppe Guarisco, che il 27 ottobre 1946 ha redatto di proprio pugno per la Direzione generale del ministero un resoconto lucido del naufragio (fonte: sito www.piroscafooria.it).