Descrizione
Al civico 55, Giovane Ceruti ci conduce in un viaggio cosmico, con un’installazione che collega il nostro essere all’universo. Un filo diretto tra l’infinitamente piccolo -il quotidiano, il luogo che viviamo e abitiamo- e l’infinitamente grande -l’universo immenso sopra di noi o che vive in noi. Una vetrina, rivestita di pellicola nera su cui è impressa una frase, funge da ‘geolocalizzatore’ rendendoci partecipi di dimensioni apparentemente inconciliabili. Con i piedi a terra rivolgiamo lo sguardo alle stelle e ci sembra che il nostro corpo si allunghi al punto tale da poterle toccare.
La vetrina raccoglie e registra il nostro passaggio lì, proprio in quel luogo, in quel momento, in quella occasione, ma al contempo ci ricorda di essere cittadini del mondo e, senza separazione, di abitare l’universo, di essere particella. Si tratta di un progetto che mette a fuoco la nostra propria singolarità, quella di ogni essere vivente, nello spazio e nel tempo, tra il limite e l’illimitato. Un invito a indossare questa consapevolezza, ricordandola a ogni passo, magari fotografandosi davanti a quella vetrina così eloquente. Scopriremmo, forse, che un filo sottile, invisibile ci accomuna tutti, in un modo o nell’altro. Siamo tutti, indistintamente, cittadini locali e universali. I nostri linguaggi raccontano della nostra singolarità, ma nel contempo parlano di una modalità collettiva, che accomuna tutti, da est a ovest, da nord a sud. Un invito a sentirsi molecole di vita universale, che si manifesta in terra come nello spazio infinito, e anche a sentirsi uno, noi e gli altri, insieme.
Lo stesso spazio di aggregazione e riflessione viene innescato anche fuori, all’esterno, dove una moltitudine di sculture in poliuretano colorato, raccontano di personaggi fantastici, figure mitologiche o delle tradizioni popolari e religiose. Un mondo di “eroi” antichi e moderni che popolano le fantasie, i giochi e i ricordi di grandi e piccoli, in un processo poetico e della fantasia che dal mondo esterno, la strada, arriva a parlare di un mondo di frammenti e memorie personali.
Giovane Ceruti (Firenze, 2000)
Giovane Ceruti è un artista attivo nel campo delle arti visive. Nato a Firenze nel 2000, si è formato nella stessa città, dove nel 2025 ha conseguito il diploma accademico di secondo livello in Pittura - Nuovi Linguaggi Espressivi presso l’Accademia di Belle Arti. La sua ricerca artistica prende forma attraverso l’utilizzo di diversi mezzi espressivi, con una ricorrente attenzione al linguaggio. Nei suoi lavori, l’ironia diventa filtro per osservare e attraversare le contraddizioni del presente, generando spazi di ambiguità e riflessione.
Gli interventi che esegue mirano il più delle volte a mettere in discussione le strutture narrative comunicative della realtà, aprendo nuove possibilità di lettura del quotidiano. Ha recentemente esposto in spazi e istituzioni quali il MLAC - Museo Laboratorio di Arte Contemporanea di Roma, il Museo Novecento di Firenze, Spazio K a Prato. Ha inoltre partecipato a varie fiere d’arte contemporanea come Arte Fiera 48 di Bologna, Cremona Art Fair, Flashback Habitat di Torino, e ha preso parte a programmi di residenza artistica, tra cui Cantieri Montelupo 2024, a cura di Cristian Caliandro.