Addio al Maestro e Partigiano Gino Terreni, una vita dedicata all'arte e alla memoria Il ricordo dell'amministrazione comunale

 

EMPOLI – Un pezzo di storia di Empoli che se ne va. Un filo della memoria di questa città che scompare con la scomparsa del Maestro Gino Terreni: si è spento ieri sera, sabato 28 novembre, all’età di 90 anni, mentre si trovava ricoverato all’ospedale ‘San Giuseppe’ di Empoli. Artista poliedrico e testimone della Seconda Guerra Mondiale, Gino Terreni rappresenta per Empoli uno dei suoi figli più preziosi. Un’Arte, la sua, profondamente influenzata dalla guerra, in cui ha rischiato la vita, giovanissimo, prima nelle file della Resistenza e poi nei combattimenti sulla Linea Gotica nel “44-“45, come assaltatore della Legnano , esperienze che lo hanno segnato profondamente. Terreni ci lascia in eredità una grande quantità  di xilografie, dipinti, sculture, monumenti, molti di queste ancora ignote al pubblico nonostante le innumerevoli esposizioni e le tante opere che trovano spazio o sono installate in luoghi pubblici. Era accademico dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, delle Muse e degli Incisori d’Italia, ha fatto parte dell’Associazione Incisori Veneti ed era “Paiolante” d’onore dell’antica Compagnia del Paiolo di Firenze. Era, inoltre, Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici, nominato nel 1999. Cittadino onorario dei comuni di Montaione, Abetone e Larciano. Ha fondato, a Empoli, con l’amico Carmignani, le “Gallerie della Resistenza e d’Arte Moderna”, presenti nel palazzo comunale. Ha rivestito incarichi in associazioni di ex partigiani e ed ex combattenti, era presidente dell’associazione Combattenti e Reduci di Empoli e membro del consiglio della stessa associazione fiorentina. 

FUNERALE - Il funerale è in programma domani, lunedì 30 novembre, alle 15, nella Collegiata di Sant’Andrea. Gino Terreni lascia i figli Leonardo e Sabrina, la nuora Elisabetta e il genero Sauro, le nipoti Giulia, Elena e Rachele e la cara signora Delia.

SINDACO - Il sindaco di Empoli Brenda Barnini ha voluto così ricordare Gino Terreni: «Se ne va un testimone del ‘900. Una figura che ha segnato per quasi un secolo la storia di Empoli. Un uomo buono, amante della sua città, un artista che ha saputo trasferire nella sua opera l'efferatezza dell'ultima Guerra ma anche la forza di una irrinunciabile speranza che hanno trasformato la sua arte in memoria. Un'arte laicamente corale e civile, sempre impegnata, trascritta in un linguaggio fatto di una modernità tragica, asciutta possente. Non voglio dimenticare, poi, che, da insegnante, ha trasferito tutta la sua umanità a più generazioni di cittadini empolesi. Si muoveva in punta di piedi, con silenziosa discrezione  e con il suo stile ci ha lasciati. Sono consapevole che come per tutti i grandi, le sue opere continueranno a mantenerne viva la memoria».

Ancora il sindaco dal suo profilo face book: «Tutta Empoli piange la dipartita di Gino Terreni, il partigiano, l'artista, il padre e nonno di tanti noi. Ho avuto la fortuna di conoscerlo tanti anni fa e adottato da subito come un punto di riferimento cardine. Tutta la profondità di un uomo che aveva fatto la guerra e difeso la nostra libertà insieme al folle volo del pittore, scultore e pensatore. Un abbraccio a tutta la sua famiglia a Leonardo Giovanni Terreni, a Giulia Terreni, insieme dovremo imparare a raccontare la vita di Gino affinché la sua memoria continui a crescere coscienze libere e pulite».

FIGLIO - «Un’Opera – scrisse il figlio Leonardo Giovanni Terreni, primo custode dell’arte del padre – che dovrà essere valutata anche al di là della valenza artistica, perché fervida pagina di testimonianze della Storia Italiana del Secondo Novecento, dagli orrori della guerra alla speranza della pace, dagli sfollati agli scioperi, dalla vita dei campi all’arte sacra e alla maternità. Tutti soggetti che ha privilegiato e che ha realizzato con quasi tutte le tecniche conosciute». Sempre il figlio Leonardo, oggi, su facebook, ha scritto: «… dopo che hai dipinto e scolpito tante volte ‘o Bella Ciao’, è un ciao quello che diciamo anche a te! Che il messaggio artistico e morale che ci hai lasciato non venga dimenticato e disperso… un abbraccio Babbo!».

 

LA VITA di GINO TERRENI

Gino Terreni era nato il 13 settembre 1925 a Tartagliana, nel Comune di Empoli, da una famiglia di coltivatori diretti. Ha trascorso la sua infanzia nelle colline di Martignana plasmando l’argilla del luogo e disegnando la vita quotidiana dei contadini della valle dell’Orme. Comincia a studiare arte sotto la guida del maestro Nello Alessandrini ma l’inizio della Seconda Guerra Mondiale lo costringe ad interrompere gli studi.  

L’8 settembre 1943 entra nella brigata partigiana “Arno”, partecipa a numerose azioni a sud di Empoli e sul monte Morello fino al 25 luglio del 1944. Si arruola nel battaglione ‘Arditi d’assalto’ (divisione Legnano) combattendo sulla Linea Gotica. Finita la guerra, riprende gli studi al Magistero Fiorentino (Istituto d’Arte di Porta Romana), sotto la guida di Francesco Chiappelli e Pietro Parigi. Finiti gli studi si dedica all’insegnamento della matematica, della storia dell’arte e dell’educazione artistica. 


Gino Terreni è uno sperimentatore che stupisce per l’eccezionale qualità e quantità della sua produzione. Nella sua lunga carriera si è cimentato con tutte le tecniche artistiche, dalla xilografia, di cui è stato vero Maestro, alla pittura su cavalletto, dal mosaico all’affresco, fino ad arrivare alla scultura monumentale in pietra serena fiorentina e in marmo bianco del Monte Altissimo. L’inutile sofferenza frutto di ogni guerra e la semplicità della vita nella campagna toscana sono i suoi principali punti di riferimento e di ispirazione. 

Ha creato nei suoi studi di Empoli, in via Giovanni da Empoli 19, e di Castelfiorentino, presso la sua azienda agricola in via O. di Paolo 24. Occasionalmente anche a Colle di Val d’Elsa, nella storica Casa torre di Arnolfo di Cambio, messa a disposizione dal suo carissimo amico Marco Cellerai, attuale proprietario. 

Terreni è stato un artista poliedrico, che ama spaziare tra diverse tecniche. Le sue sono opere emotive e di grande suggestione da cui traspare la tragicità dei soggetti rappresentati, con le loro angosce e le loro speranze. Sue opere si trovano presso la Galleria degli Uffizi (autoritratto giovanile, pittura ad olio), il Museo Civico di Pistoia (scultura in pietra serena raffigurante un partigiano), la Collezione Vaticana (nel 1981 il maestro Terreni è stato ricevuto da Giovanni Paolo II in occasione del quarantesimo anniversario del martirio di Massimiliano Kolbe, e decimo della beatificazione, ed invitato dal Vaticano a realizzare una serie di xilografie sulla vita del martire), la Collezione Puskin di Mosca (incisioni), il Museo di Leningrado (opere grafiche), la Neue Berliner Galerie Graphik e numerosi altri musei e collezioni private. 


Ha realizzato, tra gli altri, il Monumento Internazionale alla Pace (in bronzo e mosaico) dell’Abetone, il Monumento Internazionale alla Pace e ai caduti di tutte le guerre (in bronzo e ceramica) a Montelupo Fiorentino, il Monumento a Stellato Spalletti (in marmo e mosaici) a Ponte a Egola (PI), tutti tra il 1992 ed il 1996. Il 16 settembre 2002 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha inaugurato il monumento alle vittime per l’eccidio del Padule di Fucecchio, avvenuto  nell’agosto del 1944 ad opera delle truppe naziste, opera che si trova in località Castelmartini, a Larciano di Pistoia.

Tra i mosaici realizzati, il mosaico con scene di vita di Gesù nel Santuario di San Giovanni Materdomini ad Avellino, San Francesco presso la chiesa de La Verna, Soggetti sacri presso il cimitero dell’Antella (FI). 

Ha realizzato le grandi vetrate nella chiesa di S.Maria a Limite sull'Arno (FI), le vetrate del monastero di clausura di Pisa, della chiesa di San Matteo a La Rotta (PI), una Santa Teresa presso la Chiesa di Mastromarco a Lamporecchio (PT), una vetrata con padre M. Kolbe e San Giuseppe nella Chiesa di Bassa di Cerreto Guidi (FI). 

Numerosi anche gli affreschi realizzati e tra i principali: "L’amicizia", "l’annunciazione", e la "battaglia di Colle" nella Casa Torre di Arnolfo di Cambio a Colle Val d'Elsa, il "transito della Madonna dell’Impruneta" a Villa Bottai del Galluzzo (FI), ancora la " battaglia di Colle" presso Castel Bigozzi (il castello di Sapia) nei pressi di Strove (SI), la "Rinascita" presso Villa Belriguardo di Vinci e "la Storia del Cardinale della Rovere" nell’Abbadia della Rovere a Colle Val d'Elsa, gli affreschi della Basilica di Santa Dorotea a Roma.

Sue opere figurano nei principali musei: 21 opere, come detto, (14 disegni realizzati durante l’ultima guerra mondiale, 6 xilografie e l’autoritratto del periodo espressionista) alla Galleria degli Uffizi; 6 opere (4 xilografie, una scultura in pietra serena e un affresco su tavola, realizzato per il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi) nella Galleria del Consiglio Regionale della Toscana; una cartella di xilografie al Museo Puskin di Mosca; due xilografie al Museo Horne di Firenze; 15 opere nel Museo su Padre Massimiliano Kolbe, a Roma; Museo Civico di Pistoia; Galleria d’Arte Moderna e della Resistenza a Empoli, Museo Fattori a Livorno, e altre strutture museali. 

Fuori d’Italia sono da ricordare le mostre a Parigi, a New York, a Melbourne, al Museo Puskin di Mosca, all’Hermitage di San Pietroburgo, a Barcellona, a Berlino alla Galleria di Stato. Nel 1994 ha tenuto una grande personale a Neustadt-ad-Aisch, in Germania. 

In Italia sono oltre cento le personali tenute nelle principali città. Tra queste sono da evidenziare le più recenti: all’Accademia delle Arti del Disegno nel 1999, curata da Gabriella Gentilini, con critica di Tommaso Paloscia; a Certaldo, Casa Museo di Giovanni Boccaccio: “Boccaccio visto da Gino Terreni”, nel 2001; a Empoli, in Palazzo Ghibellino, nel 2005, curata da Umberto Baldini; ancora a Firenze a Palazzo Panciatichi e a Palazzo Cerretani, rispettivamente nel 2005 e nel 2008, su invito del Consiglio Regionale della Toscana e curate da Giovanna M. Carli, con critica di Antonio Paolucci.