COMUNICATO STAMPA
Empoli, 7 settembre 2002
Firmato dai Sindaci di vari Comuni d'Italia e da altri amministratori Locali
Un appello firmato da Sindaci, Assessori, presidenti di Province e Municipi per riportare l'attenzione sulla tragica situazione del Chiapas. Lo hanno sottoscritto in tanti, tra coloro che sono attivamente impegnati in difesa dei diritti della popolazione indigena di quella regione del Messico, per primi i Comuni di Empoli, Lastra a Signa e San Piero a Sieve, che hanno stretto da tempo patti di amicizia e solidarietà con alcuni Municipi Autonomi del Chiapas. Con loro, alcuni assessori e consiglieri comunali di Roma, i Sindaci di Campobasso e Grottammare, i presidenti dei Municipi X e XI di Roma, il presidente della Provincia di Lucca, assessori.
La situazione nel Chiapas sta rapidamente peggiorando, tanto da indurre a lanciare l'allarme. "Nelle ultime settimane - si legge tra l'altro nell'appello - sono giunte dal Chiapas preoccupanti notizie di violenze, uccisioni, aggressioni indiscriminate alle comunità indigene e contro i Municipi Autonomi zapatisti. Si tratta di una pesante recrudescenza del conflitto che espone a gravi pericoli di degenerazione violenta delle ostilità e rischia di aprire una stagione di inasprimento delle già difficili condizioni di vita delle comunità zapatiste del Chiapas. Le recenti azioni di violenza hanno avuto come vittime sia autorità civili zapatiste sia semplici cittadini, fra cui donne e bambini, sono state condotte da organizzazioni paramilitari e si sono moltiplicate con l'intensificarsi della presenza di questi gruppi sul territorio, in un contesto di totale libertà di azione e di sostanziale impunità".
E' in atto una escalation di abusi e brutalità: "Raccogliamo dunque le numerose richieste che ci giungono da coloro che, come noi, ritengono assolutamente indispensabile una rinnovata attenzione della comunità internazionale sul Chiapas e ci facciamo, in qualità di Enti Locali legati con le popolazioni indigene zapatiste da rapporti di amicizia e solidarietà, promotori del presente appello", che viene rivolto direttamente al governo messicano, al Congresso della Unione, alla Comunità Europea e al Parlamento Italiano, alla società civile italiana.