Commemorazione delle vittime del 26 dicembre '43

 

EMPOLI – Durante la commemorazione delle vittime del bombardamento che colpì Empoli nella mattina del 26 dicembre 1943 l’assessore alla cultura, con delega alla Memoria, Eleonora Caponi ha voluto sottolineare «lo spirito civico e di forte coscienza democratica e civile che permise alla nostra città di rinascere dopo la fine della guerra e che ha sempre attraversato la vita del popolo empolese e le attività delle sue amministrazioni in 70 anni, che mai hanno smesso di ricordare ed educare le giovani generazioni ai valori della memoria».

 

Nel ’43 la ricorrenza di Santo Stefano cadeva di domenica, trentasei aerei americani, partiti dalla base di Decimomannu in Sardegna sganciarono in totale 210 bombe su Empoli, in particolare sulla stazione e sulla ferrovia, almeno 170 ordigni caddero fuori bersaglio, principalmente nel quartiere di Cascine. Si contarono 123 vittime; tanti feriti gravi, alcuni dispersi.

 

Questa mattina il Comune di Empoli ha commemorato quelle vittime con una messa nella Collegiata di Sant’Andrea, in piazza Farinata degli Uberti, poi è stata deposta una corona al monumento ai caduti del bombardamento in viale IV Novembre. Presenti rappresentanti delle istituzioni, anche il vice sindaco Franco Mori, l’assessore Fabrizio Biuzzi, il presidente del consiglio comunale Roberto Bagnoli e rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni partigiane e combattentistiche.

 

In questo scenario Eleonora Caponi ha parlato alla cittadinanza dicendo: «Sono passati 71 anni da quella bella e fredda mattina di sole e di vento di tramontana ma nella memoria e nei cuori di tanti empolesi quei morti sono ancora presenti e parlano alle nostre vite e alle nostre coscienze civili con il loro inutile sacrificio… A distanza di 71 anni è ancora importante commemorare questa data e le altre che segnano il calendario perpetuo della nostra memoria cittadina. La morte fa parte della nostra natura e a qualsiasi età arrivi ci sembra sempre ingiusta. Ma queste morti, le guerre, le violenze quotidiane che segnano le vite di tanti deboli in tante aree del mondo e anche nella nostra città devono scuotere le nostre coscienze e farci trovare il coraggio nelle nostre giornate, nel nostro quotidiano, di essere testimoni e costruttori di pace come lo furono gli empolesi che lottarono per la liberazione e la ricostruzione».