Dallo spreco alla gestione delle eccedenze, una legge da alimentare

 

EMPOLI – Oggi presso la sala stampa di Palazzo Montecitorio, i deputati del Partito Democratico, Maria Chiara Gadda e Dario Parrini, assieme ad alcuni sindaci, hanno presentato le buone pratiche e i progetti promossi dai loro comuni in attuazione della legge 166/2016 contro gli sprechi alimentari, a distanza di un anno dalla sua approvazione.

Sono intervenuti i sindaci Davide Galimberti (Varese), Matteo Cappelletto (San Stino di Livenza, VE), Brenda Barnini (Empoli, FI) e l’assessore Carmen Celi (Potenza). Presenti altri sindaci e amministratori comunali che hanno voluto portare la loro esperienza.

Ad introdurre la conferenza stampa, l’on. Maria Chiara Gadda, promotrice e relatrice alla Camera del provvedimento.
«Lunedì 15 maggio il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione volta a ridurre del 50% entro il 2030, le 88 tonnellate di spreco alimentare annuo in Europa. Molte delle misure promosse nel testo sono già presenti nella legge italiana. Questo dimostra che la nostra è stata una legislazione d’avanguardia: ha saputo raccogliere e mettere a sistema progetti virtuosi da tempo sperimentati, perseguendo non un approccio sanzionatorio bensì promuovendo un sistema di semplificazioni ed incentivi. Ora entriamo concretamente nel vivo di questo provvedimento. Le norme da sole non bastano, ma è necessario che vi sia sinergia tra tutti i soggetti in gioco e che la legge sia conosciuta e attuata nel modo corretto sul territorio. La legge riconosce ai comuni un ruolo importante per conseguire questo risultato. In questi mesi ho incontrato diversi amministratori locali in tutta Italia e il riscontro che sto avendo è positivo: un numero sempre maggiore di comuni stanno promuovendo progetti contro lo spreco alimentare o hanno scelto di applicare il coefficiente di riduzione sulla parte variabile della tariffa rifiuti».

«E' davvero un piacere passare in rassegna le buone pratiche dei nostri comuni che mettono in valore ciò che andrebbe altrimenti sprecato – aggiunge l’on. Dario Parrini –, perché l'impatto che viene generano è positivo sia dal punto di vista economico, che da quello etico e sociale. A questi esempi concreti si è potuti giungere grazie a una legge nata dal confronto con tutti gli operatori del settore del recupero e della redistribuzione delle merci, una legge che ha avuto il merito di definire chiaramente le procedure e le fasi del recupero, incentivando concretamente le donazioni, semplificandone il quadro e rendendo più semplice ogni aspetto fiscale. La legge Gadda ha poi avuto il pregio di pensare azioni integrate su più fronti: proponendo specifiche campagne di comunicazione, istituzionalizzando un tavolo di coordinamento permanente tra tutti i soggetti coinvolti nella lotta allo spreco, promuovendo rapporti diretti con il mondo agricolo».

Le amministrazioni comunali hanno presentato le loro buone pratiche e i progetti innovativi che sono stati promossi sul territorio in attuazione della legge per favorire la donazione delle eccedenze alimentari.

A portare l’esperienza del comune di Empoli, la sindaca Brenda Barnini:
«La raccolta di merce e prodotti alimentari in eccedenza dai supermercati, poi ridistribuita a chi ha necessità, è un fiore all’occhiello del nostro territorio. Un’opera eccezionale, portata avanti da decine di volontari. Grazie alla legge Gadda possiamo offrire a imprenditori e commercianti la possibilità di fare una buon’azione, dando loro la possibilità di donare alimenti destinati a essere gettati in cambio di una diminuzione della TARI: più merce viene donata maggiore è il risparmio sulla bolletta dei rifiuti. Inoltre questo provvedimento ci ha permesso di ampliare la nostra esperienza antispreco a 360 gradi. Dallo scorso aprile ci sono stati dei notevoli miglioramenti anche nel servizio di raccolta di abiti usati. Per prima cosa abbiamo rimosso dalle strade tutti i cassonetti adibiti alla raccolta di indumenti usati che erano diventati ormai isole di degrado. Grazie alla collaborazione di alcune parrocchie della città si prevede che gli indumenti siano conferiti in contenitori gialli sistemati in prossimità delle stesse chiese. Gli abiti usati, ma riutilizzabili, vengono poi distribuiti a famiglie e soggetti bisognosi, in questo modo si riesce sia ad essere più vicini ai cittadini sia ad evitare comportamenti incivili di pochi che vanno a scapito di tutta la comunità».

«Il Comune di Varese è impegnato concretamente sul fronte dello spreco e riuso» spiega il sindaco di Varese, Davide Galimberti. «Abbiamo introdotto un meccanismo di risparmio sulla Tari per le utenze non domestiche: avrà infatti un risparmio chi dona i beni alimentari agli enti caritativi e quindi conferisce meno rifiuti, sul principio di chi meno inquina meno paga. In questo caso la riduzione potrà arrivare anche fino al 20% sulla parte variabile in proporzione alla quantità di beni alimentari che si devolvono in beneficenza. Questa novità si basa sulla nuova legge contro lo spreco alimentare introdotta di recente (legge Gadda). Inoltre stiamo portando avanti la sperimentazione nei ristoranti della Family bag che consente ai clienti di portare a casa con estrema semplicità ciò che non viene consumato».

«Il comune di San Stino di Livenza (Venezia) è stato tra i primi ad applicare la legge 166/2016» sottolineano il Sindaco, Matteo Cappelletto, e l’assessore all’Ambiente, Stefano Pellizon.
«La legge Gadda ha veramente reso più semplice e facile la donazione delle eccedenze alimentari e con il nostro provvedimento di riduzione della TARI vogliamo ulteriormente incoraggiare gli imprenditori a donare ciò che può essere ancora utile per molti. Il meccanismo pensato è semplice, ma allo stesso tempo è in grado di tenere conto di quanto effettivamente donato. Il combinato disposto della nuova norma nazionale e dello sconto previsto dal nostro Comune rende veramente non più rinviabile uno sforzo sul tema di una buona gestione delle eccedenze alimentari. Recuperare i prodotti alimentari è importantissimo in primis dal punto di vista sociale, ma anche da un punto di vista ambientale oltre che culturale. E' stato un onore per noi esser presenti alla Camera dei Deputati alla presentazione delle buone pratiche in tema di eccedenze alimentari perché testimonia che esperienze interessanti possono nascere anche da Comuni di ridotte dimissioni. Il nostro ringraziamento, quindi, non può che andare ai deputati Gadda e Moretto che hanno pensato la norma e che hanno deciso di invitarci».

«È proprio vero che combattere gli spechi alimentari favorisce l’economia circolare» aggiunge l’assessore alle attività produttive del Comune di Potenza, Carmen Celi.
«Anche dalla periferia del Paese abbiamo saputo cogliere e valorizzare il messaggio di Expo, grazie a tale provvedimento normativo, siamo stati dotati di uno strumento concreto e immediatamente attuabile. Stiamo lavorando per introdurre uno sconto sulla Tari per le utenze non domestiche che cedono, a titolo gratuito, agli indigenti beni alimentari a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi. Abbiamo messo in campo una serie di azioni mirate a ridurre la perdita di alimenti nel settore della ristorazione collettiva pubblica puntando anche sull’educazione alimentare. Ad esempio, abbiamo inserito nei menu scolastici prodotti del nostro territorio, riducendo così l’inquinamento ambientale e valorizzando la stagionalità dei prodotti; e prossimamente intendiamo aprire uno sportello rivolto ai cittadini per fornire informazioni circa le buone pratiche per ridurre lo spreco in ambito domestico».

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il Tavolo di coordinamento istituzionale che la legge ha istituito presso il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, l’associazione “Solidarietà in Vallesina” e altre amministrazioni comunali impegnate su questo fronte.

L’associazione “Solidarietà in Vallesina” opera dal 2014, per volontà di 14 comuni della Vallesina, un comprensorio in provincia di Ancona. Ha avviato una raccolta giornaliera coinvolgendo aziende, che oggi sono 40 alcune anche di fuori regione, e 39 associazioni caritatevoli del territorio per sostenere giornalmente quasi 2.500 persone; fra queste ci sono oltre 420 bambini di una fascia di età che va da 1 ai 16-17 anni e circa 400 donne.

Il comune di Sasso Marconi (Bologna) è una delle amministrazioni fondatrici, e sede, della rete nazionale Sprecozero.net.
Sono molte le iniziative che ha avviato in questi anni: il progetto “Riempiamo le scatole” per la donazione di generi alimentari da parte dei clienti per i ‘pacchi famiglia’ destinati alle persone bisognose; la festa “Circolaria 2016” dedicata all’economia circolare; l’operazione “Sentinelle dello spreco” rivolto ai bambini delle scuole elementari per educarli alla lotta agli sprechi.

Il comune di Scarperia e San Piero (Firenze) ha presentato, in particolare, due progetti: “Un pasto giusto” e il programma “Kiss Mugello”.
Il primo per il recupero e la distribuzione delle eccedenze alimentari della mensa scolastica, il secondo per la raccolta differenziata dei rifiuti e il recupero delle eccedenze alimentari prodotte durante la manifestazione internazionale Gran Premio d’Italia Moto GP che si tiene all’autodromo del Mugello (prossimo appuntamento 2-3-4 giugno).

Anche il comune di Dicomano (Firenze) ha avviato la sperimentazione del progetto “Un pasto giusto” all’interno della mensa scolastica. La pietanza viene servita, in dose più ridotta, ma in più volte; così da ridurre gli avanzi nei piatti (che non sono riutilizzabili). Quanto avanza nei vassoi, senza essere stato servito, viene portato in un locale pubblico dedicato.

I comuni di Collegno e Grugliasco (Torino) hanno portato il progetto “Fa bene”.
Il target a cui si rivolge il progetto non è costituito unicamente dalle famiglie in difficoltà che attraverso l’implementazione del progetto possono accedere a cibo fresco in cambio di attività di “restituzione”. Per i commercianti la spesa solidale genera aumento delle vendite, rafforza la coesione con l’acquirente e permette di beneficiare di un ritorno di immagine positivo, contrastando il calo delle vendite.

Nel comune di Scandicci (Firenze) in seguito all’approvazione di una mozione che poneva il tema del recupero delle eccedenze alimentari l’amministrazione si è mossa in tre diverse direzioni: la scuola, i supermercati e la grande distribuzione, in modo da sviluppare un approccio integrato alla soluzione di questa enorme problematica, che ha gravissimi risvolti dal punto di vista della sostenibilità e della tutela ambientale, oltre che in merito all’equità sociale. In particolare, il progetto nelle scuole ha previsto due diversi obiettivi: il primo riguardava il recupero del cibo non consumato dalle mense scolastiche, mentre il secondo aveva un valore prettamente educativo e si rivolgeva in particolar modo ai bambini.

Il comune di Carpi (Modena) ha avviato già dal 2007 una collaborazione con Caritas e altre associazioni per il recupero delle eccedenze, e grazie alle nuove norme intende oggi allargare la rete dei donatori e rendere disponibile una maggiore quantità di beni e servizi. Tra le iniziative assunte “Il pane in attesa” che, sul modello del ‘caffè sospeso’, consente ai clienti di donare un quantitativo di pane acquistato in più e il progetto “S.O.Spesa” che riguarda i beni acquistati negli altri esercizi commerciali. “La Spesa in dono”, invece, riguarda la possibilità per gli esercizi di donare l’invenduto alle famiglie in difficoltà economica.

Sono state tre le azioni avviate nel comune di Bucine (Arezzo).
La prima riguarda la riduzione della tariffa rifiuti per le aziende produttrici di beni alimentari che effettuano donazioni. La seconda riguarda una capillare campagna informativa sulle nuove misure previste dal regolamento e la creazione di un canale di distribuzione delle eccedenze. La terza mira a contrastare la povertà, attraverso l’intercettazione e il sostegno a cittadini e famiglie che vertono in condizioni di disagio socio-economico.

 

SCHEDA - COMUNE DI EMPOLI

LOTTA ALLO SPRECO ALIMENTARE

Nel regolamento TARI del 2017 del comune di Empoli (Del. Cons. com. n.13 del 20/02/2017) è stata introdotta la riduzione della tassa per tutte quelle attività commerciali, industriali, professionali e produttive in genere “che producono o distribuiscono beni alimentari, e che a titolo gratuito cedono, direttamente o indirettamente, tali beni alimentari per scopi assistenziali, ai fini della ridistribuzione agli indigenti e alle persone in maggiori condizioni di bisogno ovvero per l'alimentazione animale, proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione, ai sensi della Legge n. 166 del 19 agosto 2016”

A queste utenze, come previsto all’art. 17 L. 166/2016, viene riconosciuta un somma di denaro in rapporto ai kg effettivamente donati (0,225 €/Kg).

Questo provvedimento si inserisce in un contesto territoriale che da anni si organizza per far fronte alle numerose richieste d’aiuto da parte di persone e famiglie indigenti.
L’Amministrazione Comunale, insieme ai volontari dell’Associazione Re.So. (Recupero Solidale) e l’azienda del servizio di igiene urbana (Alia spa), hanno creato un vero e proprio servizio per impiegare tutta quella merce alimentare invenduta o prossima alla scadenza per aiutare le persone in stato di bisogno.
Un impegno di decine di persone che ogni giorno, da più di 11 anni, raccolgono prodotti alimentari per uno scopo nobilissimo.

Nel 2015 sono state 165 le tonnellate di merce recuperate e ridistribuite, per arrivare nel 2016 a 180 tonnellate, di cui quasi 100 di frutta.

RECUPERO ABITI USATI e RIUTILIZZABILI

L’Amministrazione Comunale ha deciso di rivoluzionare il sistema di raccolta degli abiti usati e riutilizzabili, passando da un sistema a cassonetto stradale a quello di tipo “parrocchiale”.
Il Comune di Empoli ha sottoscritto un protocollo di intesa con 13 parrocchie e Alia Spa (l’azienda del servizio di igiene urbana) per organizzare un servizio di raccolta degli abiti usati che permettesse di donare la merce selezionata alle persone e famiglie indigenti seguendo i criteri dell’art.14 L.166/2016.

Il 10 aprile 2017 sono stati rimossi i classici contenitori stradali, che nel frattempo erano diventati isole di degrado della nostra città, per posizionare nelle parrocchie dei contenitori più pratici e messi a disposizione dei cittadini in giorni e orari stabiliti.
Sono state individuate le parrocchie come partner di questo progetto in considerazione della loro peculiarità sul territorio comunale e del loro ruolo sociale che ricoprono.

Il materiale così raccolto, quindi, anziché avviato direttamente al recupero tessile o venduto al mercato dell’usato, viene messo finalmente a disposizione delle famiglie e persone bisognose grazie anche alla stretta collaborazione con le associazioni del territorio Empolese.