Emergenza abitativa, si punta al sostegno momentaneo e all'autonomia di lungo periodo

 

EMPOLI – L’emergenza abitativa è uno dei temi costantemente all’ordine del giorno sul tavolo della giunta comunale di Empoli. La situazione a cui la nuova amministrazione comunale ha dovuto far fronte è di estrema urgenza ed è da subito diventata una priorità del programma di mandato. Il sindaco Brenda Barnini e l’assessore competente tennero in merito una conferenza stampa sul tema proprio per sottolineare l’attenzione data all’argomento e per fare chiarezza (http://www.comune.empoli.fi.it/comunicati/index.asp?INCLUDI=2015/3/assegnati-36alloggi.htm). La storia trattata da Il Tirreno nell’edizione di Empoli di domenica 26 luglio mette in evidenza una problematica che i singoli Comuni, i servizi sociali e l'ufficio casa dell'Unione vivono tutti i giorni con grande partecipazione. L’obiettivo è quello di ricercare costantemente soluzioni dignitose e percorsi di autonomia per le persone ed i nuclei familiari in difficoltà, ma le amministrazione si trovano nella impossibilità materiale di dare una “casa" a tutti. I casi di emergenza abitativa cresce con l’aumento costante degli sfratti per morosità incolpevole: sono situazioni, dovute principalmente alla mancanza di lavoro, che il servizio Casa dell'Unione dei Comuni e i servizi sociali si trova a dover gestire essendo sommersi da richieste di aiuto.

 

COMMISSIONE TECNICA AD HOC

E’ stata istituita a livello di Unione dei Comuni una apposita commissione per l'emergenza abitativa che valuta tutte le domande presentate dai cittadini con l'obiettivo di dare risposte uniformi su tutto il territorio. Le possibili prestazioni consistono in contributi economici per la morosità o per attivare un nuovo contratto di affitto, oppure, nei casi più gravi, nella messa a disposizione di alloggi di emergenza in cohousing per un periodo massimo di 6 mesi, qualora non siano perseguibili altre strade. E' bene ribadire che mai l'emergenza abitativa porta alla concessione di una casa popolare, alla quale si accede, come noto, solo e soltanto previa partecipazione ad un bando pubblico disciplinato da apposita normativa regionale nel rispetto dei principi di pubblicità e trasparenza. Di fronte a richieste dirette di una casa popolare nessun amministratore pubblico ha il potere di assegnare un alloggio. L'assegnazione degli alloggi ERP, infatti, avviene nel rispetto dei principi di pubblicità e trasparenza in base all'apposita legge regionale, peraltro riformata lo scorso aprile con requisiti più rigidi ed equi rispetto alla normativa precedente.

 

LA STORIA

Il signor Adriano Gambini è persona conosciuta da tempo dall’ufficio casa e dai servizi sociali, prima del Comune di Empoli, ora dell’Unione. Secondo quanto ricostruito non ha mai presentato domanda di partecipazione ai bandi ERP e il suo nominativo non può quindi essere fra le centinaia di famiglie che si trovano in graduatoria dal 2012. La sua particolare situazione non può essere inquadrata neppure in un vero e proprio caso di ‘emergenza abitativa’, visto che, emigrato dall'Emilia Romagna e senza residenza e senza fissa dimora all’epoca, ha ottenuto la residenza presso la Casa Comunale di Empoli nel 2010: questa è una tipologia di residenza concessa ai ‘senza tetto’ per poter loro permettere la scelta del medico di medicina generale e la presa in carico da parte dei servizi sociali. Gambini, purtroppo, ha sempre rifiutato la sistemazione nella Casa Albergo Emmaus: dormitorio gestito dalla Misericordia di Empoli, finanziato dagli Undici Comuni dell'Unione Empolese Valdelsa, dedicata a persone adulte che non hanno un alloggio in cui dormire. Questa soluzione temporanea è stata suggerita dagli uffici comunali più volte a Gambini in questi ultimi anni. Il Comune di Empoli e l’Unione devono prendere atto che, nonostante l’invito a usufruire di questo servizio e a entrare in un percorso di sostegno, Gambini non si sia mai rivolto all'ufficio casa per presentare richiesta di emergenza abitativa o per essere ospitato all’Emmaus.

 

LA RICERCA DELL’AUTONOMIA

L'azione congiunta dei servizi sociali e dell'ufficio casa dell'unione va nella direzione di costruire percorsi di autonomia e di fuoriuscita da logiche di assistenzialismo: i contributi per sanare parte della morosità o per attivare nuovi contratti di affitto vanno verso la direzione di rendere autonomi economicamente i richiedenti. Inoltre la sistemazione in alloggi di emergenza è sempre intesa come soluzione temporanea: un sostegno abitativo, in un momento di difficoltà, non una soluzione stabile. Fondamentale è il coordinamento del servizio sociale con il progetto WIN (welfare di iniziativa), dell'Associazione Vecchie e Nuove Povertà, finanziato con il fondo anticrisi dell’Unione che è preordinato ad inserimenti lavorativi e alla riconquista dell'autonomia. «E' giusto che i cittadini empolesi impieghino parte delle loro risorse di comunità per coloro che vivono un momento di difficoltà, ma è altrettanto giusto mettere in campo meccanismi per aiutare ad uscire da queste situazioni riuscendo poi a camminare sulle proprie gambe, senza tramandare di generazione in generazione logiche di assistenzialismo. Cercare la strada dell’autonomia è più complicato – dice l’assessore Mostardini – ma credo che le istituzioni abbiano il dovere morale di provare a perseguirla, per il bene della propria comunità. Con tante difficoltà ci stiamo provando grazie agli uffici e ai servizi ed al terzo settore dove lavorano persone straordinarie. Non posso che ringraziare gli operatori dell'Unione che si occupano tutti i giorni, con una dedizione encomiabile, di emergenza abitativa: dal personale che sta lo sportello, ai membri della commissione, agli assistenti sociali qualificati chi si occupano della valutazione dei singoli casi».