'Ius Soli' al cinema La Perla: 170 ragazzi coinvolti in sala e dibattito

Presente il regista Fred Kuwornu

 

EMPOLI - Coinvolgere gli studenti sul tema della cittadinanza, del suo significato storico-sociale, e delle sue implicazioni legislative affinché i giovani s'interroghino sul significato di essere cittadini attivi all'interno della società a prescindere dello status legale e di figlio d'immigrati o di cittadini italiani

Questo il senso dell’incontro di questa mattina, martedì 23 settembre, al Cinema ‘La Perla’ di Empoli che ha visto protagoniste tutte le sette classi terze della scuola seconda di Primo grado dell’Istituto Comprensivo di Vinci in arrivo sia dal capoluogo sia da Sovigliana, circa 170 ragazze e ragazzi.

Alle 9.30 si sono dati appuntamento con le insegnanti e il regista italo-ghanese Fred Kuwornu, autore del primo documentario grass-roots italiano dal titolo Ius Soli, che affrontare il tema del diritto di cittadinanza per chi è nato e cresciuto in Italia da genitori immigrati.

L’assessore alla cultura del Comune di Empoli Eleonora Caponi, insieme all’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Vinci Claudia Heimes, hanno introdotto il documentario.

L’assessore Caponi ha ricordato come «anche prima di molte altre città più grandi, ormai da anni le nostre amministrazioni si sono impegnate a sensibilizzare su questi temi, studenti, giovani e meno giovani. Ringrazio il Comune di Vinci e le insegnanti per aver risposto così numerosi a questo appuntamento. Essere cittadini non è una cosa banale, vuol dire farsi carico dei problemi degli altri e della comunità. Da questo film emerge tutto il significato dell’esserlo».

L’assessore Heimes: «Questo documentario ha promosso il dibattito legislativo e culturale sul diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia sebbene da genitori immigrati. Storie reali di ragazzi di Seconda Generazione che hanno come minimo comune denominatore il problema del non aver ancora ottenuto la cittadinanza italiana per i più svariati motivi. Sono ragazzi nati in Italia, figli di immigrati: studiano nel nostro Paese, parlano la nostra lingua e i nostri dialetti, molto probabilmente non sono nemmeno mai stati nel paese d'origine dei loro genitori né spesso ne parlano la lingua. Eppure non sono riconosciuti cittadini italiani come tutti gli altri. Per ottenere la Cittadinanza italiana devono infatti sottoporsi , al compimento del 18° anno di età ad un iter burocratico lungo e complesso, che non sempre termina con esiti positivi per il richiedente, con conseguenti e inevitabili gravi problemi di inserimento sociale e di identità».