Si è spento Ermanno Rea, nel 2013 ritirò a Empoli il premio 'Pozzale-Luigi Russo'

 

EMPOLI - Nel 2013 vinse il premio letterario “Pozzale-Luigi Russo”, fu protagonista a Empoli di una splendida serata al Chiostro degli Agostiniani, un evento organizzato dal Comune per consegnare il riconoscimento. E’ così che l’amministrazione comunale vuol ricordare Ermanno Rea, napoletano, giornalista, fotografo e scrittore, scomparso a Roma all’età di 89 anni.

In quell’edizione vinse ex aequo insieme a Luciano Canfora. Rea fu premiato per "1960. Io Reporter" (Milano, Feltrinelli, 2013). La sua scrittura, da sempre immersa nella realtà sociale e politica accompagnava quell’opera nel quale si racconta lo stato d'animo e le scelte difficili di molti intellettuali comunisti dopo le proteste e il disinganno che dilaniarono il partito all’indomani dell'invasione sovietica dell'Ungheria nel 1956. Rea lascerà il giornale e la macchina da scrivere per dedicarsi solo alla fotografia. Sono anni indelebili nella storia collettiva, anni che riemergono dalle foto pubblicate da Rea su “IL Mondo”di Mario Pannunzio, sul “Manchester Guardian” (poi “Guardian”), sui settimanali tedeschi “Stern” e “Kristal,” su “L’Illustrazione italiana” e oggi raccolte nel volume Feltrinelli. Sono scatti presi soprattutto dal Mezzogiorno d’Italia, come l’Alta Irpinia della quotidiana fatica di vivere contadina, ma catturati anche in giro per il mondo dalla Spagna, dall’Irlanda alla Germania Orientale, dalla Turchia al Nepal, dal Giappone all’India.

«I fatti di Budapest ebbero ripercussioni sconvolgenti sulla mia e sulla vita di molti – raccontava –. Dissi a me stesso di non voler lavorare più nel giornale del partito, ma non avevo alcuna intenzione di andare a scrivere per quei giornali che allora venivano chiamati “borghesi”. Scelsi la via radicale e, a mio modo più rigorosa, di abbandonare la parola scritta per la fotografia.

Divenni una specie di contestatore ante litteram, un giramondo a caccia di immagini». Dall’amministrazione comunale di Empoli un ricordo rispettoso di questo grande della letteratura italiana.