Una ricerca sull'Arci e i suoi circoli e il loro impatto sociale sull'Empolese Valdelsa

 

EMPOLI - L’impatto sociale dei circoli Arci sul nostro territorio, una ricerca realizzata dall’associazione e patrocinata dal Comune di Empoli. Si chiama “®Esistenze - la storia ha bisogno di storie” ed è uno strumento vero, reale, di lettura per tutta la cittadinanza sulla realtà dell’associazione di promozione culturale Arci sul territorio Empolese Valdelsa, che verrà presentato pubblicamente sabato 12 dicembre, alle 11, al Cenacolo degli Agostiniani, in via dei Neri, 15 a Empoli. Un momento pubblico per conoscere circoli e case del popolo, la loro storia. Una realtà che conta qualcosa come 74 circoli nei Comuni dell’Unione (senza Fucecchio, ma con Barberino Val d’Elsa incluso), per oltre 12.000 soci, più di 4.000 solo a Empoli, città che registra la presenza di 13 circoli. Alla presentazione di sabato parteciperà il sindaco Brenda Barnini che porterà il saluto dell'amministrazione a cui seguiranno molte voci che si alterneranno per presentare vari aspetti della ricerca. Un momento in cui condividere il significato di essere un’associazione di promozione sociale, misurarne l’impatto sul territorio, evidenziare le differenze fra il privato/privato e privato/sociale, verificare l’effettiva utilità che ha per i soci e per la collettività intera la presenza dei presidi Arci sul territorio. Un momento di conoscenza del ruolo che i circoli Arci hanno oggi sul territorio.

 

«Dall’incontro avuto con Chiara Salvadori, la presidente dell’Arci Empolese Valdelsa, c’è stata fin da subito la volontà di fare una cosa nuova, la presentazione dell’associazione alla città – così Brenda Barnini sindaco di Empoli ha aperto la conferenza stampa di questa mattina sulla giornata dedicata a “®Esistenze -. Qualità e quantità delle attività dell’Arci devono essere conosciute da tutti i cittadini. All’interno di una idea di città e comunità si fa molto affidamento sul tessuto associativo e ritengo che conoscere meglio questa realtà sia importante. A fronte di 74 circoli nell’Empolese Valdelsa è evidente che si tratta di un’importante presidio sociale per tutto il territorio. Le chiese e i circoli sono luoghi che creano socialità, che creano una rete senza la quale tante persone sarebbero non seguite e senza punti di riferimento. Al di là delle vecchie e passate diatribe oggi i tempi sono cambiati: assistiamo a forme di cooperazione e collaborazione tra associazioni come l’Arci e la chiesa. Nella realtà Empolese Valdelsa stiamo anche assistendo a esperienze che vedono sempre più giovani volontari prendere in mano la gestione di circoli e questo è un bene per l’intero movimento».

 

LA MOSTRA - Contestualmente sarà presentata e inaugurata anche una mostra che rimarrà aperta alle visite fino a lunedì 14 dicembre. La mostra cercherà di raccontare visivamente la storia dei circoli nelle Case del Popolo, i valori, le attività principali che definiscono il ruolo dell'Arci sul territorio attraverso interviste e testimonianze raccolte fra i volontari nei circoli. La mostra è stata interamente ideata e curata da Giulia Peruzzi e Diego Pecori, volontari in Servizio Civile Regionale sul progetto “Giovani, Cittadini” che da febbraio stanno portando avanti un lavoro di conoscenza e sintesi della nostra realtà in stretta collaborazione con il comitato e i presidenti di tutti i circoli del territorio. I due ideatori della mostra, presenti alla conferenza stampa, hanno parlato di come questo loro impegno sia stato una vero e proprio itinerario, trovando circoli affascinanti, storici. La mostra è come un cerchio diviso da passaggi. C’è tutto: l’ideologia dell’Arci, la sua storia, l’antifascismo, il funzionamento degli stessi circoli.

 

LA STORIA - La presenza di Arci su questo territorio risale ai primi anni ’60, ed è caratterizzata soprattutto all’inizio da una forte attività di servizio e tutela quasi sindacale dei circoli ricreativi Arci ed una diffusa attività sportiva (Arci-Uisp) ed anche venatoria (Arci caccia). Negli anni ’70 i movimenti culturali arrivano anche nella nostra zona, nascono diversi cineforum, iniziano i primi corsi di educazione permanente (fotografia per esempio); si formano le associazioni tematiche anche all’interno dell’Arci (che dapprima sono ‘settori’ dell’Arci stessa) fino ad arrivare nel corso degli anni ’80 alla costituzione formale di Legambiente, Arci Donna, Arci Gola, Arci Gay, eccetera. Nel corso degli anni ‘90 seguono poi una serie di adeguamenti organizzativi deliberati da congressi nazionali che hanno costituito prima una confederazione di associazioni la quale poi si e’ trasformata nell’attuale Federazione Arci, dove Arci Associazione Nazionale - di cui Arci Empolese Valdelsa è il livello Territoriale - ha “completa autonomia organizzativa e patrimoniale”.

 

IL BILANCIO SOCIALE - Nel 2004 l’Arci Empolese Valdelsa, ha stilato il suo primo bilancio sociale per:

- svolgere in modo più efficace e più efficiente il nostro lavoro con i circoli ed i soci

- rappresentare fedelmente ciò che siamo

- tradurre concretamente i nostri valori nel quotidiano

- comunicare meglio le nostre finalità statutarie”

 

«Abbiamo declinato i nostri Valori. Abbiamo stilato la nostra dichiarazione di Missione insieme alla nostra Carta Etica. Nel corso degli anni – dice il presidente di Arci Empolese Valdelsa Chiara Salvadori –, la verifica annuale è stata per noi motivo di crescita della consapevolezza associativa ed organizzativa insieme ai circoli che sono stati il nostro principale impegno: ne abbiamo sostenuto le attività e in alcuni casi la stessa sopravvivenza. Il processo messo in atto con l’approvazione sistematica del Bilancio Sociale ha avuto un ruolo determinante, ad esempio, per mettere in pratica un valore per noi irrinunciabile: la socialità. Declinando questo valore nel nostro quotidiano abbiamo dimostrato che di sicuro la “socialità” non è una slot machine. Sabato presentiamo una relazione sociale che contiene i numeri che stanno dentro l’associazione. Una giornata dedicata a chi siamo, alla mission per arrivare alla riflessione del ruolo che oggi un circolo Arci può avere nell’Empolese. Vogliamo leggere meglio i nostri numeri per capire meglio la nostra realtà. Un momento di valutazione delle cose belle e non belle. Da fare di fronte a tutti. Adesso sentiamo il bisogno, molte volte espresso dai dirigenti dei nostri circoli associati, di uscire fuori per raccontarci, per misurare l’impatto delle nostre attività quotidiane, per rendicontare i nostri traguardi raggiunti, per illustrare le nostre difficoltà operative, per motivare le nostre battaglie sulla difesa di valori per noi irrinunciabili e per rivendicare diritti acquisiti con la nostra costante e quotidiana esistenza».