“13 febbraio 1945”, la Città celebra i settantaquattro anni della partenza dei 530 volontari per la Liberazione

Erano giovani dell’Empolese Valdelsa. Divennero, insieme, uomini per la Libertà. Mercoledì 20 febbraio con Daniele LoVito incontro su ‘Rina e Remo, Clara e Giovanni’

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EMPOLI - 13 febbraio 1945 – 13 febbraio 2019. Ricorre il 74° anniversario della partenza da Empoli di oltre 500 volontari che parteciparono alla guerra di Liberazione Nazionale, per mettere fine all’occupazione nazi-fascista. Una giornata che non si dimentica, che resta incisa nella storia di questa città, che mai potrà essere lasciata all’oblio. 
In questi giorni sono stati affissi i manifesti in città con una frase di Carlo Levi: «Siamo stati insieme diventando insieme uomini. Se il mondo era diviso erano uniti i nostri cuori, aperte le nostre porte. Brillava su tutti i visi una speranza comune, una raggiunta esistenza giovane in mezzo ai dolori, ci siamo riconosciuti. Un popolo nuovo, immune dai limiti ripetuti nasceva con nuovo nomi sicuro della morte. Era la resistenza».
Mercoledì 20 febbraio, alle 17, nella saletta didattica del Museo del Vetro di Empoli (Via Ridolfi, 70) si terrà un incontro di approfondimento aperto alla cittadinanza organizzato dall’ANPI di Empoli e dalla amministrazione comunale nell’ambito del progetto ‘Investire in democrazia’ su “Rina e Remo, Clara e Giovanni – Non solo i generali fanno la storia”. All’incontro interverrà Daniele LoVito, nato a Empoli, laureato in Scienze Storiche all’Università di Firenze, ricercatore  free-lance. 

L’INIZIATIVA DI MERCOLEDì -  Pensata e realizzata come momento di riflessione e di conoscenza storica ma, soprattutto umana, di Rina Chiarini (Clara) e Remo Scappini, partigiani. Due persone di cui Empoli, ribattezzata capitale morale dell’antifascismo, deve andare fiera e andrà fiera. 
Brenda Barnini, sindaco del Comune di Empoli, nel giorno dell’inaugurazione di una stele in loro memoria, sabato 16 settembre 2017, nella piazza del Convento, a Santa Maria, disse: «Rappresentano due figure essenziali per la libertà di Empoli. Questa stele, realizzata con passione dal geometra del Comune Andrea Sequi, rappresenti per tutti, passando da questa piazza, un momento di riflessione verso il valore dell’antifascismo che ha fatto di Empoli la capitale toscana della lotta di Liberazione, proprio grazie a donne e uomini come Rina e Remo, loro stessi ‘monumenti’ di un periodo che deve essere ben presente in tutti noi». 

CHI ERANO RINA E REMO - Marito e moglie, entrambi empolesi , furono tra i principali protagonisti della lotta di Liberazione: per il suo contributo alla Resistenza Rina Chiarini, detta Clara, fu insignita della medaglia d'argento al valor militare. Anche Remo Scappini pagò a caro prezzo il suo antifascismo, ma 12 anni di carcere duro non lo piegarono. Fu a capo della rivolta del popolo genovese contro i nazifascisti , e come presidente del Comitato di Liberazione della Liguria ricevette nelle sue mani la resa delle truppe tedesche comandate dal generale Meinhof . 

Ad un anno dal conferimento da parte della Presidenza della Repubblica, attraverso il Ministero dell’Interno, della Medaglia d’Oro al Merito Civile per la Resistenza, quest’anno la celebrazione ricorderà a maggior ragione la morte di Gianfranco Carboncini, scomparso, venerdì 14 dicembre 2018,  all’età di 89 anni. Con lui se n’è andato via un pezzo della storia antifascista e partigiana di Empoli. 
Tutta la comunità si è stretta al dolore della famiglia, dei suoi cari e della Sezione Anpi di Empoli di cui Gianfranco era stato per anni presidente e oggi presidente onorario. Carboncini è stato uno dei partigiani più attivi del territorio, insignito della medaglia d’oro da parte del Presidente della Repubblica e di altre diverse onorificenze a livello nazionale sia dall’Anpi che da altri enti e istituzioni per il suo impegno nella Resistenza, anche il Comune di Empoli che gli consegnò un riconoscimento nelfebbraio del 2015, in occasione della celebrazione dei 70 anni della partenza dei 530 ragazzi volontari che il 13 Febbraio1945 lasciarono Empoli per contribuire alla Lotta di Liberazione.

CHE COSA ACCADDE QUEL 13 FEBBRAIO DEL ’45 - Era un martedì. Dall’attuale piazza del Popolo, oggi in attesa del nuovo restyling, in quel tempo ancora si chiamava piazza della Repubblica sociale, la cui denominazione cambierà nel 1946, partirono 530 giovani del Corpo volontari per la Libertà per andare ad unirsi alle formazioni alleate impegnate sul fronte, sull’Appennino fra Emilia Romagna e Toscana. 
I gruppi di combattimento operativi “Cremona” - “Friuli” - “Folgore” - “Legnano” - “Mantova” - “Piceno” del ricostruito esercito. La linea dell’Arno era stata superata dagli alleati nei primi giorni di settembre del 1944, i fatidici giorni della Liberazione di una città ormai allo stremo, e la guerra per gli empolesi, nel febbraio successivo, sembrava già lontana; ma molti non avevano dimenticato né i terribili bombardamenti degli americani né la ferocia dell’invasore nazista. Ormai erano stati seppelliti i morti, e pian piano si tentava di tornare ad una vita normale. Sulla Linea Gotica, a pochi chilometri a nord di Prato e di Firenze, si stavano, però, svolgendo combattimenti fra i più aspri e sanguinosi di tutta la seconda guerra mondiale in Italia.