Bonvicini, Candiani e Lomellini hanno ricevuto il ‘Pozzale - Luigi Russo’: al Palazzo delle Esposizioni riflettori sulla cultura

Menzione speciale "Selezione dei lettori" a Valentine Lomellini. La sindaca Barnini: "Questo premio è una grande responsabilità collettiva attorno alla quale abbiamo cercato di far nascere un 'ecosistema' capace di proteggerlo e arricchirlo"

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EMPOLI – Tre libri, tre donne. La sessantanovesima edizione del Premio letterario Pozzale Luigi - Russo che si è tenuta oggi, sabato 3 dicembre 2022, al Palazzo delle Esposizioni di Empoli, ha regalato emozioni e raccolto applausi da parte del numeroso pubblico di nuovo in sala, dopo la pausa imposta dall'emergenza Covid. Una terna tutta al femminile quella delle vincitrici 2022, scrittici di fama del calibro di Caterina Bonvicini, Chandra Candiani e Valentine Lomellini. A quest'ultima, anche la menzione speciale "Selezione dei lettori", consegnata anch'essa nel corso dell'evento condotto dal giornalista Rai, Andrea Marotta, e trasmesso in diretta tv su Canale 88, con la regia della compagnia Giallo Mare Minimal Teatro di Empoli.

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Alla cerimonia di consegna, aperta dalla proiezione di un video che ha ripercorso la storia dell'iniziativa, oltre alle autrici, erano presenti fra gli altri, la sindaca Brenda Barnini, l’assessora alla Cultura del Comune di Empoli, Giulia Terreni, la giuria e il Comitato organizzatore del premio e rappresentanti delle istituzioni cittadine. 

"Il Premio Pozzale - Luigi Russo è uno degli elementi più importanti delle nostre attività culturali, è parte integrante delle attività dell'amministrazione comunale ma grazie alla passione, al lavoro e all'impegno di Giuria e Comitato organizzatore riesce a vivere anche di vita propria - ha sottolineato la sindaca Barnini - L'amministrazione ha accolto il premio ma il premio nasce dalla società, in maniera spontanea e autonoma, e tale deve rimanere. In questi anni, abbiamo cercato di volta in volta di inserire qualche aggiustamento nell'organizzazione, soprattutto di far entrare il Premio maggiormente in relazione con le nostre scuole. Così come abbiamo cercato di non lasciare solo il Premio Pozzale, di non lasciarlo unica punta di diamante delle iniziative legate alla lettura e alla sua promozione. Un percorso reso possibile soprattutto grazie a un impegno straordinario della biblioteca. La nostra biblioteca è un luogo che produce cultura, che riesce a sviluppare opportunità di approfondimento e socializzazione su tutto il territorio. Abbiamo fatto nascere "Leggenda - Festival della lettura e dell'ascolto", un evento per la fascia di età 0-14. A breve, riaprirà al pubblico la Sala Maggiore della biblioteca che porterà con sé la nascita di un luogo dedicato alla sezione Ragazzi, un luogo che con i suoi tre piani e la sua programmazione sarà spazio per occasioni di relazione e crescita per bambini e ragazzi: mi riferisco all'ex Convitto infermieri che affaccia su piazza del Popolo, fra gli interventi del progetto di riqualificazione urbana Hope. Ecco quindi che il Premio Pozzale - Luigi Russo è una grande responsabilità collettiva attorno alla quale, negli anni, abbiamo cercato di far nascere un 'ecosistema' capace di proteggerlo e arricchirlo".

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LIBRI VINCITORI E MOTIVAZIONI DEL PREMIO

Caterina Bonvicini, “Mediterraneo. A bordo delle navi umanitarie” (Einaudi, 2022)

“L’epica classica è piena di marinai, eroi e naviganti. L’epica moderna è l’opposto: è piena di eroi e naviganti loro malgrado, nessuno dei quali è marinaio. Gente che attraversa il mediterraneo senza essere capace di accendere o spegnere il motore”. Così Caterina Bonvicini fotografa l’imponente flusso migratorio che attraversa i nostri mari negli ultimi decenni con una scia di morti impressionante, alla quale le navi umanitarie cercano di porre rimedio, spesso con l’aperta ostilità dei governi nazionali. Nato dall’esperienza diretta dell’autrice, salita a bordo delle imbarcazioni svariate volte e partecipe delle operazioni di salvataggio, Mediterraneo ci racconta cosa succede veramente là, in mare aperto, quando su una barca di fortuna un carico di vite in fuga da guerre, prigionia e tortura, si trova a fronteggiare il freddo, la sete, il venire meno del carburante, la disperazione di non potercela fare. In mare si può morire di tutte queste cose e si può morire anche mentre qualcuno sta cercando di salvarti, si può annegare nei venti centimetri d’acqua del fondo di un gommone bucato dove nell’agitazione e nel panico centinaia di persone si spingono. Chi sono i migranti che i media ci dipingono come una massa indistinta e pericolosa? Giovanissimi, adolescenti perlopiù, quasi tutti sotto i trent’anni. Ciascuno di loro porta stampato sulla pelle, e dentro, un sentiero di cicatrici: sono vittime di abusi di ogni genere, ma sono anche sopravvissuti pieni di vitalità quelli che Bonvicini ha incontrato: “Nessuno ci pensa in questi termini, ma un rescue alla fine è questo: ci sono due mondi che si guardano da una barca all’altra. E, guardandosi, si fanno tante domande. Sia di qua che di là. Si guardano con stupore, con paura, con speranza. Un rescue è uno scambio di sguardi da cui sorge una nuova prospettiva”.

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Chandra Candiani, “Questo immenso non sapere. Conversazioni con alberi, animali e il cuore umano” (Einaudi, 2021)

“Livia, nome con cui Antonio Porta inserisce nel 1979 l’esordiente Candiani nell’antologia Poesia degli anni Settanta, è il nome legato ai giorni cupi dell’infanzia e alle ore segregate nella casa di famiglia, dove però un grande giardino salva la vita della bambina, esercitandola «a non sapere e a meravigliarsi», unico modo per curare «anche il cuore più ferito della terra». Questo immenso non sapere nasce dalla Conversazione con alberi, animali e il cuore umano, come recita il sottotitolo, perché sono proprio questi ultimi, che insegnano a «tollerare di stare al mondo senza l’ossessione di capire […] Sanno abbandonarsi, conoscono e insegnano una fiducia primaria e radicale».  Non ci sono mappe da seguire. Lei stessa non ne ha avute fin dall’infanzia, neppure dalla madre. Però, questo libro ci addestra a servirci di uno sguardo «periferico», come quello della medusa che punge in mare la poetessa: la ‘vista’ è inefficace, se concentrata in un punto, ma può anche allargarsi a ‘visione’, se contempla tutto quello che ci circonda. Anni di meditazione buddista hanno reso fondamentale nella vita di Chandra Candiani la religiosità, non la religione, visto che rimane per lei essenziale la possibilità di fare scelte eretiche. Il nome Livia, però, si è dissolto come neve, cedendo spazio a Chandra, che significa ‘luna’ in sanscrito, la signora della notte, lontana e silenziosa, eppure attenta a conservare nella memoria gli sguardi, le azioni, i silenzi, le parole, che possono farci raggiungere gli altri anche nell’oscurità. Per l’attenzione ai microcosmi che ci circondano, quelli del mondo vegetale, degli animali e dei singoli oggetti conviventi con la nostra quotidianità, per la compassione verso i «bambini spaccati», verso noi stessi e, soprattutto, verso chi ci ha fatto del male, per l’ascolto delle tante voci che il silenzio contiene in sé e con le quali possiamo ‘intonarci’ al mondo, la Giuria del Premio Pozzale Luigi Russo 2022 ha scelto di premiare Chandra Candiani”.

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Valentine Lomellini, “Il «lodo Moro». Terrorismo e ragion di Stato 1969-1986” (Editori Laterza, 2022)

"Il cosiddetto “lodo Moro” non è una leggenda. Nell’opera che premiamo, Valentine Lomellini riscostruisce l’esistenza effettiva dell’accordo tra Stato italiano e terrorismo arabo e il vulnus etico che ha rappresentato. Eppure, è proprio facendo agire storicamente la categoria di “leggenda italiana” che Lomellini riesce a rischiarare, oltre alla genesi del lodo, i fittissimi tentativi di manipolazione della verità storica che hanno alimentato le strategie della tensione della Prima Repubblica.  Il “lodo” è esistito, dunque, ma non come “Lodo Moro”, bensì come una questione di Stato, il frutto di una politica consapevole e condivisa dei vertici dello Stato che non si è esaurita nell’iniziativa di Moro, sul cui nome – sostiene Lomellini – è avvenuta una grossa strumentalizzazione politica. Non è possibile proporre una datazione puntuale che determini l’atto 0 del “lodo”, ma il momento in cui nasce l’espressione che dà il titolo al libro è noto. Siamo a metà degli anni Duemila, quando il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga parla del “Lodo Moro” e ne parla per spiegare quelle che secondo lui sarebbero state le vere ragioni della strage di Bologna. Per il poderoso lavoro di ricostruzione comparatistica che inserisce l’accordo italiano con la resistenza palestinese e con una serie di Stati sponsor del terrorismo internazionale in una più ampia cornice di “lodi” europei e per aver riconsegnato una leggenda italiana alla storia, la Giuria ha scelto di assegnare il Premio Pozzale a Valentine Lomellini per l’opera Il “lodo Moro”. Terrorismo e ragion di Stato 1969-1986”.

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MENZIONE SPECIALE - Lomellini ha ricevuto anche la menzione speciale ‘Selezione dei lettori", assegnato dalla giuria popolare del premio, attiva nelle settimane scorse grazie alle decine di lettori interessati a conoscere le opere in concorso e a sostenere la loro preferita. Un percorso sostenuto dalla biblioteca comunale Renato Fucini di Empoli e dalle librerie cittadine  NessunDove, Rinascita e La San Paolo Libri & Persone.

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IN TV -  Per coloro che volessero rivedere l'evento o per tutti coloro che non hanno avuto la possibilità di seguirlo oggi, la cerimonia di consegna del Premio Pozzale - Luigi Russo andrà in replica su Canale 88 - LCN 88 -, domenica 4 dicembre alle 23 e martedì 6 dicembre alle 21, e su 50 Canale - LCN 18 - sabato 10 dicembre alle 15.

LA STORIA DEL PREMIO - Il Premio nasce nel 1948 per volontà della sezione del Partito Comunista della frazione di Pozzale, nell'ambito della festa della stampa comunista. Trova le radici nei valori della Resistenza auspicando l'incontro tra intellettuali e lavoratori, un simbolo della volontà di ripartire socialmente e culturalmente dopo i dolori e la distruzione della Seconda Guerra Mondiale. Il premio ha un suo comitato organizzatore e una giuria che fin dagli inizi ha visto come componenti intellettuali di grande livello, da Romano Bilenchi e Sibilla Aleramo a Cesare Luporini, da Silvio Guarnieri a Cesare Garboli. Luigi Russo ne ha fatto parte dal 1952. Dopo la sua morte, avvenuta nel ’61, per l'affetto e la partecipazione che il critico aveva dimostrato verso questa istituzione e la sua gente, il Premio viene a lui intitolato: Pozzale - Luigi Russo.