Brenda Barnini alla Camera racconta la partecipazione della città per Hope e per lo stadio

 

EMPOLI – «Liberare l'immaginazione delle persone per innovare e rigenerare le città». Lo ha detto il sindaco del Comune di Empoli Brenda Barnini parlando questa mattina alla Camera dei Deputati di Roma durante l’incontro, organizzato da ANCI, dal titolo “Le città del futuro”, a sottolineare lo sforzo quotidiano di sindaci e amministratori locali per raccogliere le sfide dell’innovazione e della sostenibilità ambientale, sociale, finanziaria.
Empoli con Brenda Barnini ha parlato per prima, dopo dagli scranni di Montecitorio, subito dopo la presidente Laura Boldrini, unico primo cittadino fra quelli toscani a intervenire.
Il sindaco ha presentato il lavoro svolto in termine di partecipazione della cittadinanza per il progetto HOPE, che andrà a riqualificare edifici e spazi pubblici del centro storico.
Ma non è mancato anche il richiamo al processo partecipativo svolto per il project financing dello stadio e del nuovo impianto di atletica.

L’INTERVENTO - «Io credo che il primo elemento da cui partire per costruire le città del futuro sia rendersi conto che i cittadini sono i principali attori dello sviluppo e di quel cambiamento che vogliono vedere realizzato e che a noi chiedono spesso di realizzare. Ecco perché, con questo spirito, quando ci siamo approcciati a progettare la rigenerazione urbana del centro storico di Empoli siamo partiti proprio da lì, dal coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni. Oltre 19 associazioni, con decina di incontri con i singoli rappresentanti e appuntamenti in plenaria, in cui disegnare insieme il cambiamento per la città. Se non mettiamo in moto meccanismi di partecipazione c’è conflitto, c’è lontananza, c’è incapacità di comprendere il punto di vista dell’altro e questo non possiamo permettercelo perché così non si costruisce il futuro, e perché così si perde ancora di più la fiducia verso le istituzioni. Ecco perché anche quando ci siamo trovati a discutere di un altro progetto, il progetto di rifacimento dello stadio, presentato dalla nostra squadra, dall’Empoli, anche in quel caso abbiamo voluto attivare un processo partecipativo che ha visto intervistare, dialogare con più di 60 persone, e poi una grande giornata di lavoro tutti assieme, divisi per tavoli, dove abbiamo provato a sviscerare tutti i problemi. E quel processo non si è concluso, perché per arrivare in fondo bisogna ancora di tanto lavoro e di tanto perfezionamento. Ma è indispensabile il metodo con cui si cerca di raggiungere gli obiettivi, perché attraverso il confronto e il coinvolgimento non solo saremo capaci di dare risposte alle paure, ma sapremo soprattutto cogliere le opportunità, che altrimenti rischiano di fermarsi davanti a dei ‘no’, quei no che tante volte non sono consapevoli, sono solo il frutto della diffidenza e della scarsa propensione che fa parte di ognuno di noi, alla trasformazione. Ecco io credo sinceramente nessuno più dei sindaci possa essere interpretato, possa essere definito come l’artigiano del futuro.
Per uscire dalla crisi non serve solo rimettere in moto la macchina economica, ma soprattutto rimettere in moto la democrazia e per farlo c’è bisogno della democrazia rappresentativa, ma anche di quella che dà vita alla partecipazione attiva».