Da secoli, per Sant'Andrea, il Comune dona alla parrocchia della Collegiata un cero

Il sindaco presente alla messa di domenica 30 novembre

 

EMPOLI – Il Comune dona alla Chiesa della Collegiata una cera per le celebrazioni liturgiche.

Una tradizione che va avanti da secoli e che, anche ieri sera domenica 30 novembre, in occasione della Santa Messa che si è tenuta per la giornata del Santo Patrono, proprio nella chiesa di Sant’Andrea, si è ripetuta.

Il sindaco di Empoli Brenda Barnini ha donato a Don Guido Engels un cero durante la cerimonia. La messa si è tenuta intorno alle 18,30, pochi minuti dopo il conferimento del Sant’Andrea d’Oro, al Cinema La Perla, a don Renzo Fanfani, lo stesso sacerdote ha officiato insieme al Proposto la celebrazione.

«E’ un onore per me – ha detto ieri il sindaco di Empoli dall’altare del Duomo – rinnovare questa tradizione che non cela la grande collaborazione che da sempre va avanti tra il Comune e la chiesa locale. Un sostegno reciproco che nasconde la secolare vicinanza fra le due istituzioni cittadine. Il fatto che la messa per Sant’Andrea sia seguita alla cerimonia della consegna del nostro premio più importante a Don Renzo non è casuale ed è un segno, insieme alla simbolica donazione del cero, di come questa amministrazione voglia proseguire in questo clima di amicizia e mutua partecipazione agli eventi della nostra città che si traduce nella fattiva attenzione ai problemi dei cittadini».

 

L'usanza che il Comune doni una cera alla chiesa della Collegiata ha origini molo antiche.

Nel libro del Proposto di Empoli Monsignor Gennaro Bucchi, dal titolo ‘Guida di Empoli illustrata’, pubblicazione del 1906, parlando della Collegiata, scrive: "Nel giorno della festa di questo santo[patrono] veniva fatta l'offerta dal Comune, dalle milizie e dalle Arti della lana, speziali, fondachi, rigattieri e sarti, merciai, velettai e cappellai, legnaiuoli, muratori e pizzacagnoli, fabbri e maniscalchi, cuoiai e calzolai, tessitori e battilana, osti e beccai, fornai e panattieri, uccellatori e navicellai...".

Da un documento del XVIII secolo emerge come il Comune continuò a stanziare annualmente la spesa per 6 libbre di cera da donare alla Chiesa della Collegiata (nel 1791 la spesa fu di lire 15.16).