Distretto Circolare di Empoli: si è svolto il terzo incontro dedicato “all’architettura e gli spazi dell’impianto” con la partecipazione dell’architetto Marco Casamonti e del botanico, professor Stefano Mancuso

Circa 300 persone hanno partecipato alla presentazione dei due professionisti di esperienza internazionale incaricati sul progetto architettonico e di inserimento paesaggistico

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Empoli - Si è svolto ieri, 10 novembre, il terzo degli incontri programmati al Palazzo delle Esposizioni, per il confronto aperto alla cittadinanza sul progetto del Distretto Circolare.

Dopo il primo incontro, dedicato al tema “Il processo produttivo: i rifiuti adoperati, i gas prodotti e i loro utilizzi, gli scarti e le emissioni, gli impatti ambientali e le sinergie con il territorio”, dove tra l’altro sono stati illustrati il cronoprogramma e gli standard di sicurezza, il secondo appuntamento è stato dedicato al tema “La tecnologia NextChem: il sistema di produzione del Syngas”, in cui sono stati spiegati il funzionamento del Distretto Circolare, l’affidabilità e sostenibilità della tecnologia “Waste-to-chemicals”, la planimetria ed il suo inserimento all’interno del contesto urbanistico.

Di fronte ad una platea di circa 300 persone dopo i saluti istituzionali della Sindaca Brenda Barnini, si sono svolte le relazioni dei due professionisti incaricati della progettazione architettonica e dell’inserimento paesaggistico del Distretto circolare nell’area individuata nella zona del Terrafino:

L’arch.Marco Casamonti, docente universitario dell’università di Genova,  con una consolidata esperienza internazionale sulla progettazione integrata al paesaggio, di recente ha ricevuto il riconoscimento progettista della “più bella cantina al mondo”, per il progetto della Cantina Antinori di San Casciano Val di Pesa, al premio World’s Best Vineyards 2022, la prestigiosa classifica che raccoglie le cantine più suggestive da tutto il mondo, premiata come eccellenza per design, sostenibilità ed integrazione con il territorio. Tra le sue realizzazioni, i restyling dei nuovi stadi di Tirana e Udine, la Biblioteca comunale di Nembro (Bergamo), l’ampliamento e riqualificazione della sede Perfetti Van Melle di Lainate nei pressi di Milano, il Yanqing Grape Expo nei pressi di Pechino, il Li Ling World Ceramic Art City in Cina, il complesso residenziale Colle Loreto a Lugano, il recupero e la trasformazione dell’Ex Magazzino Vini di Trieste di Eataly, il recupero e la trasformazione del Mercato Centrale di La Valletta a Malta. Attualmente in costruzione c’è anche la cantina Changri-La a Penglai (Cina)

 Il professor Stefano Mancuso, Scienziato e botanico, chiamato a offrire il proprio contributo sul progetto che dovrà avere una stretta interazione con la presenza del verde e delle piante. Il professore è autore di numerose pubblicazioni in campo scientifico, docente di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Firenze ed è direttore dell'International Laboratory of Plant Neurobiology (LINV). È uno dei mebri fondatori dell’International Society for Plant Signaling & Behavior, e accademico ordinario dell’Accademia dei Georgofili. Tra le sue pubblicazioni Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale (Giunti Editore, 2013, con Alessandra Viola), Uomini che amano le piante (Giunti Editore, 2014), Botanica. Viaggio nell'universo vegetale (Aboca Edizioni, 2017), Plant revolution (Giunti Editore, 2017), L'incredibile viaggio delle piante (Laterza 2018) e La nazione delle piante (Laterza 2019).
 
Secondo la filosofia che sta muovendo la progettazione il nuovo impianto, che potrebbe sorgere nell’area industriale del Terrafino, sarà integrato nell’ambiente esterno e valorizzato dalla vegetazione, circondato da un imponente parco urbano. Di circa 7 ettari di parco, che il prof. Mancuso propone di valorizzare con un vero e proprio bosco, composto da oltre 1.300 alberi di varie dimensioni, e 90.000 piante. Un’area che possa ospitare, anche, sperimentazioni agronomiche sull’arricchimento dell’ambiente controllato con anidride carbonica estratta dall’impianto.

Una progettazione innovativa, con spazi a uso pubblico e aree verdi, a cui il costituendo RAB – Resident Advisory Board, ovvero la consulta dei cittadini che accompagnerà in questa fase il ciclo di valutazione dell’impianto, dovrà trovare destinazioni e utilizzi scelti direttamente dalla collettività. Tra le ipotesi allo studio, un centro per l’innovazione e la ricerca pronto ad accogliere i percorsi di studio sull’economia circolare dedicati agli studenti delle scuole toscane, un laboratorio di ricerca sul ruolo delle piante e della vegetazione, e altre ipotesi sulle quali nei prossimi mesi i cittadini saranno chiamati a confrontarsi.

La chiusura della parte espositiva è stata affidata alle relazioni dei rappresentanti degli enti deputati ai controlli sulla compatibilità ambientale di qualsiasi impianto industriale con gli obblighi di legge in materia di tutela ambientale e salute pubblica. Antongiulio Barbaro, Responsabile AF Modellistica previsionale, Dimitri Fattore, USL Empolese Valdarno Inferiore – Igiene pubblica e della nutrizione e Carla Chiodini, Responsabile Settore VIA-VAS della Regione Toscana, hanno illustrato i rispettivi ruoli e funzioni assegnati dalla norma agli enti preposti a tutti i controlli e le procedure a garanzia della compatibilità ambientale degli impianti industriali. Circa 50 i quesiti emersi e altrettante le risposte fornite, durante la serata in cui si sono intervallate a ritmo serrato risposte di tecnici e relatori alle domande scritte ed interventi in diretta del pubblico. Presenti anche rappresentanti di comitati nati sul tema del Distretto Circolare: hanno espresso le loro posizioni e le loro richieste.

I promotori hanno confermato, anche a coloro che hanno partecipato per la prima volta a questo ciclo di incontri, che tale iniziativa è da considerarsi come una scelta di ulteriore apertura e trasparenza nel rapporto con la cittadinanza in un momento di elaborazione del progetto ad oggi non ancora definitivo ed esecutivo, con l’obiettivo di raccogliere già in questa fase i contributi e il massimo confronto con i cittadini e i portatori di interesse. Questi tre incontri, è stato chiarito, non esauriscono le occasioni di partecipazione, considerati gli ulteriori appuntamenti già in programmazione e non si sostituiscono a tutte le ulteriori fasi di verifica e contradditorio previste dal procedimento autorizzativo che, una volta presentato il progetto, si svilupperà per un periodo stimato di almeno un anno.

Nell’ottica della massima trasparenza informativa nella serata è stato distribuito un plico informativo che raccoglie le domande e risposte proposte nei due incontri precedenti (FAQ - domande frequenti), che costantemente saranno aggiornate sul portale dedicato al progetto. All’indirizzo https://www.distrettocircolareempoli.it/, infatti, è possibile consultare tutte le informazioni relative al progetto, alla tecnologia, agli impatti, ai benefici per il territorio, agli incontri dedicati, i documenti presentati in costante aggiornamento.

Il prof. Marco Casamonti ha dichiarato: “Il progetto architettonico relativo al distretto circolare del Terrafino a Empoli costituisce una opportunità per individuare una rinnovata relazione tra paesaggio e industria con modalità e visioni che il nostro studio ha già affrontato in altri interventi. L’idea che grandi manufatti industriali e ambiente naturale debbano coesistere in maniera armonica e integrata è presupposto fondamentale di una progettazione sostenibile che ponga al centro del proprio agire il rispetto e la valorizzazione dell’ecosistema nel quale viviamo. Per raggiungere tali finalità abbiamo immaginato di realizzare tutto intorno al previsto impianto di produzione di biocombustibili un grande “parco rampante” dove la natura e il verde “abitano” una struttura reticolare in acciaio che costituisce lo scheletro della foresta. L’obiettivo del parco studiato per la parte agronomica dal professor Stefano Mancuso, conosciuto per le sue celebri “Fabbriche dell’aria”, consiste non soltanto nella realizzazione di un incubatore di ossigeno in grado di assorbire Co2 – attività naturale svolta da qualsiasi specie arborea – ma soprattutto quale rilevatore della salubrità dell’impianto contenuto all’interno di questa sorta di nuova foresta urbana. L’idea di mostrare che un sito industriale, ancorché necessario per lo sviluppo e l’economia di qualsiasi contesto, non costituisca necessariamente un danno al paesaggio ma viceversa possa rappresentare l’opportunità per ricostruire una nuova dimensione del lavoro e della produzione in armonia con l’ambiente naturale costituisce l’obiettivo di questo progetto. Ovviamente occorre immaginare un luogo capace di accogliere una enorme quantità di alberi, di rampicanti e arbusti in modo da circondare completamente la griglia immaginata quale perimetrazione dell’area produttiva con una grande massa verde, in grado di trasformare l’intorno industriale in un ambito naturale che possa interagire efficacemente con le attività umane. Si tratta di quella attenzione e quel rispetto sul piano etico e comportamentale non più rinviabile poiché è evidente che dobbiamo convivere con le nostre necessità, i nostri bisogni, e i nostri rifiuti in una visione sostenibile e circolare".

 

Fonte: Alia Servizi Ambientali SpA - Ufficio Stampa