Empoli 75 anni fa, nella domenica di S. Stefano il bombardamento che uccise 123 civili alle Cascine

L’assessore alla Memoria Eleonora Caponi ricorda al monumento di viale IV Novembre le vittime. Nella messa in Collegiata l’intervento di Don Guido Engels

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EMPOLI – Il Comune di Empoli, alla presenza dell’assessore alla cultura, con delega alla Memoria, Eleonora Caponi, ha commemorato questa mattina, mercoledì 26 dicembre 2018, le vittime del bombardamento che colpì Empoli in questo stesso giorno, nel 1943, proprio all’ora di pranzo. Più o meno l’ora in cui il corteo partito dalla Collegiata di Sant’Andrea, dove è stata officiata la messa in suffragio dei caduti, è arrivato di fronte al monumento di Viale IV Novembre, a due passi dalla stazione. Qui è stata deposta una corona, ai piedi dell’opera del maestro e partigiano Gino Terreni.

IL BOMBARDAMENTO - Nel ’43 la ricorrenza di Santo Stefano cadeva di domenica: trentasei aerei americani, partiti dalla base di Decimomannu in Sardegna sganciarono in totale 210 bombe su Empoli, in particolare sulla stazione e sulla ferrovia, almeno 170 ordigni caddero fuori bersaglio, principalmente nel quartiere di Cascine. Morirono in pochissimi minuti 109 persone, in alcuni casi intere famiglie. Nei giorni successivi i morti salirono a 123.

LE ISTITUZIONI - Presenti rappresentanti delle istituzioni, il presidente del consiglio comunale Roberto Bagnoli, i consiglieri comunali Lorenzo Ancillotti, Claudio Del Rosso, Alessio Mantellassi, Andrea Poggianti, il proposto Don Guido Engels, forze dell’ordine, rappresentanti delle associazioni partigiane e combattentistiche, Misericordia, Associazione Nazionale Carabinieri, SPI Cgil, Aned e Anpi.

L’INTERVENTO – Parte dell’intervento dell’assessore alla Memoria Eleonora Caponi: «Settantacinque anni fa Empoli viveva il giorno più tragico della sua storia contemporanea, ultimo atto drammatico di una guerra che aveva già ferito la città in più episodi. Quella domenica di festa che ha segnato per sempre la storia della nostra città e che ogni anno ricordiamo insieme ad altre date significative come l’8 Marzo e il 24 Luglio, date che rappresentano non solo appuntamenti con la memoria ma momenti di presa di coscienza del presente e di rinnovo di un impegno politico e civile per tutti noi. L’anno che ci stiamo per lasciare alle spalle è stato segnato da alcuni momenti significativi che ci hanno incoraggiato forse più che in altri momenti del recente passato a ridisegnare un patto collettivo nella difesa dei valori della democrazia, dell’uguaglianza, dell’integrazione, della lotta al disagio e alle nuove povertà, della valorizzazione del passato. A inizio anno è stata ufficialmente conferita la medaglia d’oro al valore civile alla popolazione di Empoli per il suo impegno contro il fascismo, un impegno che deve rinnovarsi ogni giorno alla luce della recrudescenza di ideologia violenti e egoisti. Inoltre pochi giorni fa ci ha lasciato un altro dei figli di quell’epoca, un partigiano che ha rappresentato per tanti un punto di riferimento e una guida, mi riferisco a Gianfranco Carboncini. Uno di quegli adolescenti che partì per la guerra di Liberazione con nell’animo la voglia di libertà e di democrazia. Due valore che se oggi fanno parte del nostro normale quotidiano dobbiamo a gente come loro, molti dei quali ci hanno rimesso la vita. La lotta partigiana contro i nuovi fascismi la possiamo portare avanti nei luoghi della quotidianità tutti noi e per questo ringrazio per la loro presenza anche oggi anche Aned e Anpi che con tanti giovani ci aiutano a non dimenticare e a portare  avanti l’impegno civile e che hanno raccolto il testimone del passato e che rappresentano la voce delle due associazioni che più di ogni altra hanno contribuito a Empoli a tenere viva la memoria ed i valori della Resistenza e dell’Antifascismo».

IL RICORDO – Nel corso della messa in Collegiata il Proposto Don Engels ha letto un brano tratto dalle cronache giornaliere che redigeva il proposto dell’epoca, Monsignor Ascanio Palloni in cui si racconta come, subito dopo il bombardamento che scosse letteralmente i palazzi della città, lui e alcuni parrocchiani corsero in aiuto dei residenti delle Cascine per prestare soccorso di un quartiere quasi raso al suolo.