Empoli liberata dopo morte e devastazione, cerimonia pubblica in piazza per il 76esimo

Al Monumento dei Caduti, piazza della Vittoria. Presenti membri di giunta, consiglio comunale, associazioni e forze dell’ordine

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EMPOLI – Un settantaseiesimo anniversario della ‘Liberazione della Città di Empoli’ diverso a causa del Covid-19 ma ugualmente carico di emozioni, ricordi, riflessioni per non dimenticare tutti coloro che contribuirono alla liberazione della città. In quel settembre ’44 Empoli era devastata dal nazifascismo, tutto era da rifare.

Si è svolto stasera, mercoledì 2 settembre, un momento celebrativo per ringraziare una comunità che subì vessazioni, arresti, fucilazioni, violenze atroci, deportazioni ma che non chinò mai la testa.

La cerimonia si è svolta alle 19, in piazza della Vittoria, davanti al Monumento dei Caduti, dove il presidente del consiglio comunale ha deposto una corona di alloro.

Cerimonia semplice ma intensa a cui hanno partecipato nel rispetto delle misure anti contagio, rispettando il distanziamento fisico, rappresentanti della giunta e del consiglio comunale, le forze dell’ordine, le associazioni Aned, Anpi, Misericordia, Croce Rossa Italiana, Arci Empolese Valdelsa, Spi Cgil, Carabinieri in pensione, il Proposto Don Guido Engels.

Empoli è stata insignita della Medaglia d'oro al Merito Civile appuntata al gonfalone in riconoscimento appunto di quella coesione e di quel contributo in termini di vite umane alla libertà e alla democrazia. Ed è intorno a questo patrimonio storico e civile che si è celebrata la commemorazione.

Lo scorso anno si svolse un Consiglio Comunale aperto alla cittadinanza in cui parlarono ex partigiani che non sono più tra noi, come Rolando Fontanelli e Dario Del Sordo, ma di cui non sarà mai vano il ricordo. 

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI EMPOLI – Settantasei anni fa Empoli è stata finalmente liberata dai nazifascisti. Negli anni precedenti c’erano stati grandi sacrifici, fatiche e dolori piovuti addosso ai cittadini di questa città. Penso ai cittadini deportati a Mauthausen, gran parte di loro non tornarono. Penso a coloro che furono uccisi in Piazza XXIV Luglio. Penso a tutti coloro vessati dai fascisti negli anni, che ebbero il coraggio di non aver preso la tessera del partito fascista. Penso a coloro che provarono a scioperare il 1 marzo del ’44 nelle nostre vetrerie, nelle nostre fabbriche, lo fecero e ci riuscirono. Penso a coloro che pochi mesi dopo, nel febbraio del ’45, partirono come volontari per la libertà al nord, un’altra zona per dare la spallata finalmente al fascismo. Tutta questa storia è racchiusa nel 2 settembre del ’44 quando Empoli si libera da questo peso, da questo fardello e può cominciare a pensare al suo futuro. Grazie a quelle persone, grazie a quei sacrifici, grazie a quei partigiani, grazie a quegli alleati che con il loro importantissimo contributo militare riuscirono a darci una mano per la libertà, una mano fondamentale. In particolare le forze neozelandesi, sudafricane, indiane, canadesi. In questo territorio operarono soprattutto i neozelandesi, che furono i primi ad arrivare nel centro cittadino devastato, ed è a loro che mandiamo un ringraziamento. Il 2 settembre Empoli capoluogo viene liberata, il 29 luglio a Monterappoli c’era il Comune provvisorio della Città Libera di Empoli e pensiamo anche a quei cittadini che si presero l’onere di guidare il Comune provvisorio. Lo fecero con grande spirito di appartenenza, democratico e libero. A loro il grazie della città di Empoli. 

I KIWIS SECONDA DIVISIONE NEOZELANDESE – E arrivarono da molto lontano. In tanti ne furono colpiti, e li ricordano ancora, quei guerrieri scuri e coraggiosi, dai tratti somatici sconosciuti, gli eroi di Cassino. Straordinaria la loro storia. Sono i soldati del 28esimo battaglione Maori che facevano parte dei KIWIS i soldati della 2.Divisione Neozelandese comandata da sir Bernard Freyberg. Avevano un che di esotico. Il battaglione fu formato nel settembre del 1939 reclutando i primi 750 volontari ed organizzando l’unità secondo linee tribali. Furono i capitribù Maori a spingere il governo di Wellington alla formazione di una unità composta esclusivamente di nativi. L’ulteriore prezzo della cittadinanza. Entrò a far parte della seconda divisione neozelandese, insieme ai battaglioni di pakeha, i neozelandesi bianchi, impiegata durante la seconda guerra mondiale in Europa. Fra le truppe di liberazione alleate, ad arrivare per primi nel centro cittadino devastato furono proprio loro: gli uomini del 28esimo battaglione Maori neozelandese che furono ricordati da Luigi Testaferrata nel suo romanzo “I cenci e la vittoria”.

(fonti: www.olmastrello.it e www.dellastoriadempoli.it)