La consegna alla Collegiata del cero da parte del Comune di Empoli. Una tradizione secolare

Il sindaco Brenda Barnini alla funzione religiosa: «Don Guido nella sua omelia ha parlato del percorso che stiamo facendo insieme per costruire il distretto dell’economia civile»

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EMPOLI – Il Comune dona alla Chiesa della Collegiata una cera per le celebrazioni liturgiche. Una tradizione che va avanti da secoli e che, anche ieri sera, martedì 30 novembre, in occasione della Santa Messa che si è tenuta per la giornata del Santo Patrono, proprio nella chiesa di Sant’Andrea, si è ripetuta.

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Il sindaco di Empoli Brenda Barnini ha donato a Don Guido Engels un cero durante la cerimonia officiata da tutti i sacerdoti delle parrocchie di Empoli.
La messa si è tenuta alle 18.30, poche ore dopo il conferimento del Sant’Andrea d’Oro, a La Vela – Margherita Hack, all’associazione Plastic Free, in cui il Proposto era presente.
Alla funzione religiosa erano presenti, oltre al primo cittadino, amministratori e consiglieri comunali.

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«E’ un onore per me – ha detto il sindaco di Empoli dall’altare del Duomo – è rinnovare questa tradizione che non cela la grande collaborazione che da sempre va avanti tra il Comune e la chiesa locale. Don Guido nella sua omelia ha parlato del percorso che stiamo facendo insieme per costruire il distretto dell’economia civile e dei tanti progetti che vedono amministrazione, terzo settore, impresa e mondo del volontariato collaborare. Dobbiamo ripartire insieme dopo questi difficili mesi e farlo all’insegna della fraternità, uguaglianza e libertà. È bello sapere di poter essere ogni giorno partecipi di un disegno più grande che tende verso il bene comune».

L'usanza che il Comune doni una cera alla chiesa della Collegiata ha origini molo antiche.

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Nel libro del Proposto di Empoli Monsignor Gennaro Bucchi, dal titolo ‘Guida di Empoli illustrata’, pubblicazione del 1906, parlando della Collegiata, scrive: "Nel giorno della festa di questo santo[patrono] veniva fatta l'offerta dal Comune, dalle milizie e dalle Arti della lana, speziali, fondachi, rigattieri e sarti, merciai, velettai e cappellai, legnaiuoli, muratori e pizzacagnoli, fabbri e maniscalchi, cuoiai e calzolai, tessitori e battilana, osti e beccai, fornai e panattieri, uccellatori e navicellai...".

Da un documento del XVIII secolo emerge come il Comune continuò a stanziare annualmente la spesa per 6 libbre di cera da donare alla Chiesa della Collegiata (nel 1791 la spesa fu di lire 15.16).

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