L’incontro tra Brenda Barnini e Aleida Guevara March nella sala del Consiglio

Presenti componenti della Giunta, consigliere e consiglieri, il presidente dell’assemblea, il segretario generale, l’associazione Amicizia Italia Cuba

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EMPOLI - È stato un momento cordiale, emozionante e di condivisione di pensiero, quello che si è tenuto questa mattina nella sala consiliare del Comune di Empoli, al primo piano, del palazzo di via Giuseppe del Papa, 41, dove il sindaco Brenda Barnini alle 12 ha ricevuto la visita di Aleida Guevara March, figlia maggiore del Che, che si trova in Toscana e in Italia per partecipare a varie iniziative.
Presenti all’incontro gli assessori, Massimo Marconcini e Fabrizio Biuzzi; consigliere e consiglieri comunali; il presidente dell’assemblea, Alessio Mantellassi; il Segretario Generale, Rita Ciardelli; componenti dell’associazione Amicizia Italia Cuba.
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Con la bandiera di Cuba alle spalle e tutti i presenti accanto, Brenda Barnini ha rivolto ad Aleida queste parole.
«Sono emozionata perché la visita di Aleida è una visita sempre importante. Non è la prima volta che viene ad Empoli, ho avuto modo di ascoltarla l’ultima volta che è venuta, però ritrovarci ora dopo quello che abbiamo passato, tutti, nell’ultimo anno e mezzo è ancora più bello. Perché siamo chiusi per proteggerci ma il  fatto invece ora di tornare a vederci è un sintomo che da speranza, che da fiducia e approfitto di questa occasione per  ringraziare tramite te tutto il personale sanitario, medici e infermieri, che da Cuba hanno fortemente aiutato il nostro Paese nel momento peggiore e proprio lo scorso anno nel mese di giugno il Consiglio Comunale ha approvato una mozione presentata da Beatrice Cioni e Leonardo Masi in sostegno di Cuba per chiedere la fine del blocco e dell’embargo. Io ho un rapporto di amicizia con la sindaca di Crema che ha avuto modo più volte di raccontarmi quanto sia stato decisivo l’aiuto dei medici arrivati da Cuba e voglio sperare che questo drammatico evento globale che ci ha coinvolto tutti possa almeno un po aiutarci a superare le grandi storture, e questa è sicuramente una di quelle, che ci portiamo dietro dal vecchio mondo da quello prima della pandemia. Questo piccolo momento ufficiale che abbiamo organizzato e voluto, porti il nostro messaggio grazie a te e che arrivi dalle Istituzioni perché forse solo così possiamo provare a cambiare qualcosa».


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Le parole di Aleida Guevara March – «Ringrazio di questa accoglienza. Quello di cui abbiamo bisogno è di un mondo di solidarietà, è importante e un diritto del popolo cubano a essere felice, a poter commerciare, a poter essere utili anche agli altri popoli del mondo. Per far fronte a questa terribile pandemia, si sono mobilitati subito i medici della famiglia che sono già una struttura basilare nel sistema sanitario cubano, affiancati dagli studenti di medicina, dagli studenti universitari tutti, che sono andati casa per casa a controllare la situazione reale delle persone, misurando la febbre, informandosi se c’era della sintomatologia, se in caso ci fossero stati sintomi covid compatibili ad indirizzarli al policlinico. Altri studenti universitari non di medicina o infermieristici, si sono vestiti come gli OSS, di verde, per andare a svolgere mansioni nei reparti dove i pazienti sospettatiti di essere positivi erano ricoverati. Quindi un grande appoggio del popolo ma soprattutto della gioventù. Per ora i cinque candidati vaccinali che produciamo sono indirizzati alla popolazione. Ma se vedremo che i risultati che sono già promettenti, saranno efficaci, noi siamo disposti a esportarlo in tutti i paesi che ce lo richiederanno e incluso che già da ora alcuni paesi hanno chiesto di poter produrre i vaccini cubani nei loro paesi e sarebbero ben disposti a fornire la tecnologia e gli studi necessari per poterli produrre. Noi possiamo commercializzarli come preparati ma quando sappiamo che un paese come Haiti non può permettersi di acquistarli, noi esportiamo gratuitamente».
 
Al termine dell’incontro, Brenda Barnini ha consegnato ad Aleida due libri: ‘Empoli, i luoghi e i tesori della storia’ e ‘Capolavori nascosti del territorio della Toscana’, insieme ad un oggetto in vetro verde, firma indelebile di questa città.