Mariangela Manciati, una vita spesa all’ufficio economato. Dopo 42 anni la meritata pensione

Empolese d’adozione entra in Comune a Empoli nel 1979. Ha visto cambiare sei amministrazioni comunali che ricorda con affetto

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EMPOLI – Amore per il lavoro, dedizione, impegno, condivisione, collaborazione: questa è Mariangela Manciati, i suoi valori.

Mariangela è stata dipendente del Comune di Empoli per 42 anni e da pochi giorni ha lasciato il ‘suo’ ufficio all’economato per la meritata pensione. Oltre 40 anni di servizio, e che servizio.

Nel lungo percorso si sono succedute sei amministrazioni comunali, sei sindaci che ricorda con affetto sincero.

«La bella politica, Empoli è stata fortunata anche se tante cose sono inevitabilmente cambiate – racconta Mariangela –. Sono entrata al Comune di Empoli a tempo determinato nel ’79 e poi nel gennaio dell’80 a tempo indeterminato con il sindaco Mario Assirelli. Poi Silvano Calugi, Varis Rossi, Vittorio Bugli, Luciana Cappelli e Brenda Barnini». 

Il sindaco Brenda Barnini ha voluto salutare Mariangela e ringraziarla per la professionalità e la disponibilità dimostrate in questi lunghi anni. 

Mariangela nasce a Orbetello e a soli nove mesi con la famiglia arrivano a Empoli da Vicenza.

Cresce con un padre in divisa dell’aereonautica militare toscana che perde in servizio molto giovane, neanche 50enne, quando era adolescente.

Una mancanza immensa che ancora oggi fa male, lo si capisce quando parlando la voce si rompe dalla commozione del ricordo.

La mamma piemontese, casalinga, perché il capo famiglia era il padre, segue gli spostamenti del marito fino a quando riescono a costruire una casa qui nel ‘58/59 e si trasferiscono a Empoli, sempre per motivi di lavoro del padre.

Mariangela ha un fratello che ha seguito in un certo qual senso le orme del padre: è un tecnico di bordo di aerei militari dopo aver studiato in collegio all’istituto tecnico industriale in elettronica.

Lei invece ha studiato al liceo scientifico Il Pontormo di Empoli e ci fu un tempo in cui pensò di entrare nel mondo del padre ma dopo quanto accadde, rinunciò.

«Senza rimpianti – dice - perché dopo essere entrata in Comune con concorso, per me il Comune è stato una gran bella famiglia, gruppi di persone davvero uniche con cui rilavorerei un’altra vita. Abbiamo collaborato, condiviso, raggiunto insieme gli obiettivi per l’Ente. Ogni giorno di lavoro l’ho portato avanti con il massimo dell’impegno. Ho avuto la fortuna di lavorare con tanti economi di spessore, di capacità e umanità. Sono stata festeggiata in un modo che non mi sarei mai aspettata. Non solo dalle colleghe e dai colleghi ma anche dai rappresentanti e questo mi rende orgogliosa e mi ha commosso. L’economato – continua - ricopre una bella parte di fabbisogni dell’ente: dai sinistri, alle forniture, alla cassa economale. Un gran da fare, insomma – prosegue Mariangela –. Ho sempre messo passione nel mio lavoro e mi mancherà tantissimo. Devo andarmene piano piano. Il mio, ma come quello della maggior parte del personale comunale, è stato un impegno quotidiano costante e continuo. In Comune si lavora prima per gli altri».

Alla domanda ‘adesso che cosa farai?’, Mariangela risponde sorridendo e emozionandosi. «Farò la mamma, la figlia perché ancora ho la mia mamma che ha 94 anni, la moglie perché mi sono sposata nel 1986 e sono un po’ all’antica e con mio marito che è un ingegnere informatico, abbiamo tre splendidi figli che continuano a regalarci tantissime soddisfazioni: la maggiore, 30 anni, laureata in medicina, specializzanda in medicina legale; la seconda, 26 anni, è un medico odontoiatra e lavora come consulente nei vari studi della Toscana; il più piccolo e unico maschio, 19enne, frequenta il primo anno di ingegneria chimica. Non possiamo chiedere di più. Siamo genitori molto fortunati e loro hanno messo tanta volontà per essere quello che sono oggi – conclude –»,  salutando con un ‘arrivederci’.