Pietre d’inciampo, il ricordo di Sauro Cappelli e il rinnovato legame con gli ‘amici’ di Gusen

Alessio Mantellassi: «è fondamentale tener presenti i valori che tengono unita questa comunità. È indispensabile per governare una comunità verso il futuro. Questa mattina riportiamo a casa coloro che non sono mai tornati»

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EMPOLI – Una mattinata di freddo pungente che non ha fermato la memoria storica di una città. In un cerchio che si è formato attorno a chi introduceva l’iniziativa, la cerimonia della posa delle quattro pietre d’inciampo, che si è tenuta in via Giuseppe del Papa ai civici 81 e 75, dedicata a Tommaso e Silvano Gasparri, Luigi Zingoni e Luigi Grandi, ha riscaldato i cuori dei molti intervenuti.
I giovani studenti delle scuole superiori Virgilio e Santissima Annunziata e delle primarie Leonardo da Vinci, Carducci e Pontorme, i familiari dei deportati, le associazioni Aned, Spi Cgil Empoli, Comune di Montelupo, Sezione Soci di Unicoop Firenze, tutte le autorità militari e civili, consiglieri e consigliere dell’assemblea empolese, cittadini, hanno regalato emozioni, commozione, riflessioni e ricordi.
In primo luogo il ricordo di colui che sarà sempre presente in ogni momento storico di questa città, Sauro Cappelli, insieme anche agli altri che non ci sono più, a cui è seguito un lungo applauso di affetto e di immensa gratitudine e poi, il saluto di benvenuto e di bentornati alla delegazione austriaca di Sankt Georgen insieme a Eric Wahl, per rinnovare quel ‘gemellaggio’ stretto nel lontano 1997.

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Gli studenti hanno approfondito la storia della deportazione e quindi delle persone a cui stamattina è stata incastonata la pietra d’inciampo davanti casa; hanno letto alcune loro riflessioni e testimonianze da lettere che queste persone avevano scritto alla famiglia dove da quel giorno non tornarono mai più.
Presente anche il proposto don Guido Engels che ha esortato i giovani a essere costruttori di pace.
La celebrazione è stata accompagnata dalle note di Sandro Tani, direttore artistico del Cam di Empoli, che ha suonato l’Inno alla gioia, Schindler’s List theme, The Blessing Nigum e Donna, chiudendo con l’Inno di Mameli cantato da quel ‘cerchio’ di persone che hanno voluto essere lì questa mattina.

Alessio Mantellassi, presidente del Consiglio Comunale di Empoli con delega alla cultura di Empoli ha aperto la cerimonia con parole di conoscenza, di presa di coscienza sull’importanza della memoria storica soprattutto in questo momento.
«È fondamentale – ha affermato - tener presenti i valori che tengono unita questa comunità. È indispensabile per governare una comunità verso il futuro. Questa mattina riportiamo a casa coloro che non sono mai tornati. Il legame con gli amici di Gusen che stiamo ricordando in questi giorni e che rinnoviamo ogni anno, anche con la pandemia, da oscuro è diventato bello perché figli e nipoti di quelle generazioni, hanno deciso di mettersi insieme per dare un messaggio di costruttori di pace.  Le pietre d’inciampo coperte dalla bandiera europea vengono messe per dare una dignità alla morte di quelle persone che non l’hanno avuta. Non hanno avuto il rispetto di una sepoltura. Questi nostri concittadini non hanno avuto nemmeno quel momento. È un momento di grande cordoglio che la città insieme alla famiglia vuole tributargli. In questi giorni dove la pace è diventata sempre meno una certezza ma sempre più una richiesta a noi tocca essere costruttori di pace. Stamani in questa strada aggiungiamo una ‘pietra’ che ci ricorda quali sono i nostri valori e la nostra identità e tante altre ne seguiranno».
È intervenuto anche Roberto Bagnoli, presidente Aned Empolese Valdelsa che ha detto: «un modo per far tornare le persone a casa. Un atto dovuto per le persone che sono state deportate».

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PROSSIMI APPUNTAMENTI DELL’AGENDA DELLA MEMORIA – Domattina, martedì 8 marzo 2022, ricorre il settantottesimo anniversario della deportazione nei campi di sterminio dei 55 cittadini e lavoratori empolesi. La memoria storica della città di Empoli, scolpita in una data. In questo giorno nel 1944 furono arrestate da Empoli e dagli altri comuni limitrofi 117 persone, sottratte alla propria vita e alle proprie famiglie e trasferiti nel campo di concentramento di Mauthausen. Molti di loro morirono nei sottocampi di Gusen, Ebensee e nel castello di Hartheim.
Per questo la Città, insignita dal Presidente della Repubblica nel 2018 della medaglia d’oro al merito civile, continuare a ricordare e celebrare ogni anno quella data, è un momento fondamentale di trasmissione della memoria storica, di racconto e di testimonianza umana.
Alla commemorazione saranno presenti il sindaco Brenda Barnini, Alessio Mantellassi e la delegazione austriaca insieme a tutte le altre associazioni.
Alle 9.30 sarà officiata la Santa Messa nella Chiesa della Madonna del Pozzo in piazza della Vittoria; alle 10.30, deposizione di una corona di alloro, al monumento alla ex ciminiera della Vetreria Taddei fra via Fratelli Rosselli e largo 8 marzo 1944.

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Mentre al Palazzo delle Esposizioni, domattina, lo scrittore amico di Empoli, Matteo Corradini, incontrerà gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Empoli, per la presentazione del libro ‘Per chi splende questo lume. La mia vita oltre Auschwitz’, Rizzoli 2022. La mattinata sarà nel segno del ricordo della protagonista, Virginia Gattegno, scomparsa martedì 22 febbraio 2022, ultima sopravvissuta alla Shoah della Comunità Ebraica veneziana.  

La posa delle pietre d’inciampo prosegue giovedì 10 marzo, alle 10, Via Chiarugi e Via Dainelli, in memoria di Gaetano Comunale e Luigi Gambassi.

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