Pietre d’inciampo, onorata la memoria di Luigi, Guido, Angelo e Raoul come patrimonio di tutti

Da Pontorme a Cortenuova una cerimonia molto partecipata, con i familiari, gli studenti grandi e piccoli, cittadini e associazioni

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EMPOLI – Dalle piazze, alle strade, alle vie. Il percorso di memoria storica e di prossimità, della posa delle pietre d’inciampo, prosegue con emozione e partecipazione.

Questa mattina, giovedì 24 marzo 2022, la cerimonia ‘parlata’ si è svolta in piazza Marchetti a Pontorme, splendido borgo antico di Empoli, alla presenza dei familiari di Luigi e Guido Caponi, Angelo Casalini e Raoul Fontanelli che finalmente, dopo settantotto anni sono tornati a casa, ricordati con tutti gli onori.

Figli, nipoti, pronipoti di alcuni, fratelli di altri. Sembrava che il tempo si fosse fermato a quel 1944 tanto era vivo in loro il ricordo del proprio caro, strappato in un giorno come un altro, dagli affetti più grandi.

C’erano gli studenti, tanti, dai più piccoli ai più grandi: alunne e alunni delle classi quarta e quinta delle scuole primarie di Pontorme e Serravalle e la quarta di informatica dell’Istituto Superiore Ferraris-Brunelleschi che hanno letto approfondimenti storici e biografici sulle persone commemorate, riflessioni personali gridate contro le guerre, espresso i timori su quanto sta accadendo in queste ultime settimane in Ucraina.

Disposte a semi cerchio le associazioni Aned Empolese Valdelsa e sezione di Firenze, Anpi, Spi Cgil, sezione Soci Coop Fi, Borgo Pontormese, presenti anche una rappresentanza di consiglieri comunali, le forze dell’ordine che hanno permesso lo svolgimento della manifestazione. 

Ad aprire la cerimonia, le parole di Alessio Mantellassi, presidente del Consiglio Comunale con delega alla cultura della memoria: «proviamo a inciampare su queste pietre, su questi nomi e cognomi passando nella nostra quotidianità in modo da ricordarci quella storia e che cosa avvenne quel marzo del ’44. Farlo – ha proseguito - significherà conoscere meglio un pezzo di noi, della nostra identità. E se qualcuno ci chiederà quale è uno degli elementi fondamentali della nostra comunità, noi diremo che un pezzo delle fondamenta della nostra città è basata anche su queste pietre, che sono alla base della nostra comunità democratica».

Sono seguite poi quelle di Raffaele Donati, vice presidente di Aned sezione Empoli: «andare a scoprire e conoscere queste persone che settantotto anni fa furono prese e portate via, è davvero molto importante, perché non si tratta solo di ricordare ma conoscere le loro storie di una vita spezzata che con la posa delle pietre d’inciampo, torna a casa.  Sono contento di vedere queste pietre messe perché è un passo in avanti verso il ricordo di coloro che per la nostra libertà hanno dato veramente tanto, la vita». 

Riccardo Fontanelli, nipote di Raoul, ha voluto lasciare la sua testimonianza: «57126 era il numero che identificava mio nonno. Alle 5 di quel drammatico 8 marzo del ‘44 fu prelevato dai fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana, insieme ad altri lavoratori della vetreria Taddei, colpevoli di aver partecipato allo sciopero nei giorni precedenti. Il giorno dell’arresto, mio nonno, non doveva essere in fabbrica, a volte si ammalava, poi Pontorme era una zona calda. Ma alla fine andò e non tornò più. Fino ad oggi». 

Sono intervenuti anche alcuni parenti degli altri deportati che, con voce rotta dal pianto, hanno parlato solo con un abbraccio a quella ‘pietra’.

La cerimonia è stata accompagnata dalle note della scuola di musica della città, il Centro Attività Musicali, con clarinetti e voci cantanti.