In prestito dal Museo della Collegiata di Empoli il polittico trecentesco del Maestro del 1310

Sarà esposto alla mostra ‘Medioevo a Pistoia. Crocevia di artisti tra romanico e gotico’

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EMPOLI – È partito stamani alla volta di Pistoia il polittico trecentesco attribuito al Maestro del 1310, anonimo artista di origine pistoiese, di cui a Empoli è conservato anche un prezioso frammento in proprietà privata.
Spesso il Museo della Collegiata si è reso protagonista di prestiti importanti in occasione di mostre significative come quella che sarà inaugurata il prossimo 27 novembre a Pistoia, nelle sale dell’Antico Palazzo dei Vescovi.
In questa circostanza ha lasciato le sale del museo empolese una tra le opere più antiche, la cui storia è legata indissolubilmente a quella della nostra città dal momento che recenti studi ipotizzano che il polittico possa essere stato in origine sull’altare maggiore della Collegiata.

Tale congettura appare suffragata dal fatto che, ai lati della Vergine, si trovano sant’Andrea – patrono della città - e il Battista, qui presente come riconoscimento dovuto alla sede metropolitica fiorentina.
Sant’Antonio abate e San Francesco rimandano invece a due tra i culti più popolari di tutto il Trecento.

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«La mostra pistoiese è stata occasione per ribadire il principio di reciprocità tra istituzioni culturali – afferma la direttrice dei Musei di Empoli Cristina Gelli – Noi abbiamo infatti concesso il prestito dell’opera, ma gli organizzatori della mostra si sono fatti carico dell’intervento di restauro, affinché questa non solo potesse viaggiare in piena sicurezza, ma anche riacquisire la leggibilità dei valori cromatici ed espressivi. Se infatti Federico Tempesta ha fatto un importante intervento sul supporto ligneo, Sandra Pucci è intervenuta sulla superficie pittorica, consolidandola e procedendo ad una attenta pulitura. Ora si possono apprezzare al meglio, ad esempio, il plasticismo della Vergine e l’elegante panno, finemente decorato, che copre le gambe del Bambino. Parlavo prima di reciprocità tra istituzioni. Per i musei piccoli come il nostro programmare interventi di restauro conservativo è sempre più difficile, viste le poche risorse disponibili. Le mostre come quella pistoiese, connotate di forte scientificità (la trama della mostra pistoiese è frutto del serio lavoro di storici dell’arte tra i maggiori esperti di pittura due-trecentesca come Ada Labriola, Enrica Lusanna e Angelo Tartuferi) ci offrono l’occasione di contribuire a solidi progetti e allo steso tempo di far fronte a necessità che, in modo autonomo, difficilmente potremmo soddisfare. L’augurio è che coloro che vedranno a Pistoia il polittico del Maestro del 1310, possano decidere di venire a visitare i nostri musei».

Come detto la mostra sarà inaugurata il prossimo 27 novembre e terminerà l’8 maggio.

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SCHEDA DELL’OPERA
Madonna col Bambino tra i santi Francesco e Giovanni Battista, Andrea e Antonio Abate

Maestro del 1310 (attivo tra la metà del XIV e gli inizi del XV secolo)

La tavola centrale del polittico si presenta oggi priva dell’originaria carpenteria, della cuspide, e separata dai pannelli laterali a seguito di un intervento effettuato in epoca imprecisata. Infatti, mentre i pannelli laterali furono collocati nella raccolta museale fin dalla sua apertura, la Madonna col Bambino rimase fino alla metà del secolo scorso in Collegiata, nella Cappella di santa Lucia.
Solo con il riordinamento del 1956 è stato possibile riunificare l’insieme.
La commissione dell’opera potrebbe ricadere già nel plebanato di Matteo di Vanni di Corso, succeduto nel 1337 a Diedi di Corso di Matteo (De Marchi).

Nel dipinto è evidente la cultura del Maestro del 1310, che seppe combinare elementi della cultura giottesca con richiami alla coeva arte senese e pisana.Le figure allungate, racchiuse in una incisiva linea di contorno, il patetismo acceso delle espressioni dei santi e la figura della Madonna col Bambino che si staglia sullo sfondo d’oro, oltre a essere un’estrema elaborazione del prototipo lasciato da Simone Martini sull’altare di Santa Caterina a Pisa e a lungo imitato in zona, collocano l’opera in una fase matura dell’attività dell’anonimo maestro.

Periodo: 1330 ca. - Tecnica e materiali: tempera su tavola; cornice intagliata e dorata

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