«Questa è la piazza che racconta la grande storia del nostro popolo. Qui ci sono i nostri valori»

Stamattina durante una cerimonia ristretta ma profonda sono stati resi gli onori ai Caduti

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EMPOLI – 13 febbraio 1945, 13 febbraio 2022. Settantasette anni fa da piazza del Popolo partirono 530 giovani del Corpo volontari per la Libertà.

A loro, questa mattina durante una cerimonia ristretta ma profonda nel significato, sono stati resi tutti gli onori.

Il presidente del Consiglio Comunale di Empoli, Alessio Mantellassi con delega alla Cultura della Memoria, ha aperto la commemorazione, portando i saluti del sindaco, Brenda Barnini, del Consiglio Comunale, dell’amministrazione.

Ha ringraziato tutte le autorità civili presenti, il senatore Dario Parrini, membri della Giunta, consigliere e consiglieri comunali presenti, i rappresentanti dei Comuni di Vinci e Montelupo Fiorentino, autorità militari e forze dell’ordine, la Croce Rossa Militare, tutte le associazioni, l’Anpi Empoli e di altre zone limitrofe, l’Aned, Spi Cgil Empoli, le Pubbliche Assistenze Riunite, la Misericordia e il trombettiere dell’associazione nazionale Bersaglieri che ha accompagnato per la prima volta la cerimonia.

Sono stati letti alcuni contributi di nipoti, figli, cugini di coloro che non ci sono più e che ricordano i momenti della partenza a cura dell’Anpi. 

La cerimonia si è conclusa con l’intervento del Presidente del Consiglio Comunale, Alessio Mantellassi: «ieri prima della commemorazione di stamani abbiamo presentato il risultato di un bando di ricerca aperto qualche mese fa che ha visto il professore Carmelo Albanese vincerlo che consegna a lui il compito di approfondire le biografie dei 530 che partirono da questa piazza. Questo è un segnale che abbiamo voluto dare perché Empoli investe nella ricerca umanistica. Questo perché in tante occasioni e ogni anno ricordiamo le persone che ci hanno lasciato e che quindi per la prima volta non sono con noi in piazza a sostenerci. A raccontarci. Quindi man mano che viene meno la loro testimonianza abbiamo bisogno di strumenti validi per non perderla. Come il lavoro che sta facendo ed è in corso l’Anpi e le letture di stamattina ne sono la prova. La ristampa del libro di Rolando Fontanelli, una delle sue ultime sue volontà. Una volontà simbolica. Avere più segni possibili da poter distribuire e seminare, quell’insieme di informazioni che possa essere patrimonio di tutti. Lo faremo. Pochi giorni fa abbiamo anche iniziato il percorso delle pietre d’inciampo a mettere una memoria in prossimità delle case dove furono arrestati gli ex deportati e in questi giorni stiamo lavorando a una cartellonista della memoria che in 15 luoghi della città ricordi quella che è la storia della piazza, del luogo, associata a un articolo della dichiarazione dei diritti dell’uomo. Sarà un percorso lungo sul quale abbiamo vinto un finanziamento europeo insieme ai gemellati di Sankt Georgen an der Gusen e a un Comune della Polonia perché insieme si possa costruire questo percorso di memoria che riparta dai luoghi.

Abbiamo bisogno della ricerca scientifica ma anche di riscoprire il valore e la storia dei luoghi, cosa racconta una strada, una piazza. Ci aiuterà a vivere più consapevolmente quel luogo e la storia della città da tanti anni all’interno di Investire in democrazia gli studenti fanno un percorso di conoscenza, luoghi e segni della città, e ha senso dirlo stamani perché guardando quella targa in cima dice ‘esprimendo una volontà popolare’.

In questa zona c’era il ghetto ebraico e poi a metà degli anni venti fu demolito per creare una piazza, piazza del Littorio, poi divenuta piazza delle Repubblica sociale, poi piazza del Popolo con l’avvento della Repubblica. Il nome racconta il passaggio storico, la città che attraversa la storia anche semplicemente dai nomi. Questa piazza ha come protagonista il popolo.

Abbiamo tante piazze belle che raccontano la storia, ma questa piazza racconta più di tutte l’essenza più profonda di essere empolesi perché è la piazza del popolo, di quel popolo che durante il fascismo seppe non chinare la testa, seppe incassare tanti colpi, dalle violenze, dai soprusi, dagli arresti, dalla deportazione, alle stragi. Subì come popolo il passaggio della guerra, il bombardamento, la città distrutta, famiglie spezzate.

E quel popolo seppe reagire, seppe mantenersi vigile, attento, seppe mantenere la sua dignità, contribuì alla liberazione di tanti partigiani e riuscì quando si era liberato a dire adesso do una mano agli altri che non sono arrivati alla libertà con noi.

Quel popolo seppe raccontare una grande storia di generosità e quindi l’obiettivo della libertà è raggiunto quando è raggiunta la liberazione del paese.

Questa è la grande storia del nostro popolo e qui ci sono tutti i nostri grandi valori. Un popolo che ha saputo ripristinare tutto ciò che fu distrutto, fece come la fenice.

Dalle macerie, dalle ceneri, rinasce sempre con grande spirito di sacrificio.

In questo nome c’è tutto. Viva Empoli, democratica e antifascista».