Santo Stefano 1943, Mantellassi: «La nostra città vuole essere nel presente testimone di pace»

Sono stati resi tutti gli onori alle 123 vittime di quelle bombe cadute all’ora di pranzo in un giorno di festa come oggi, 26 dicembre 2022

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EMPOLI – «Per Empoli oggi si ricorda una delle più gravi vicende del periodo della guerra della sua storia.  Spesso la guerra viene studiata, letta e compresa come scelte di uomini, strategie, obiettivi militari di un conflitto da combattere. Dobbiamo ricordarci che dentro quelle storie, quelle scelte vi sono vite umane, famiglie, persone, storie quotidiane. Quel giorno tante famiglie videro rotta la loro quotidianità per sempre. Quella fu un’azione militare degli alleati che combattevano per contribuire alla liberazione dell’Italia, quindi per un obiettivo nobile, giusto e importante. Ma le bombe quando cadono, cadono per tutti nella stessa maniera, lasciando morte e distruzione. La nostra città nel presente di fronte a tutti gli scenari di guerra rispetto in particolare a quelli vicini a noi, come l’Ucraina, vuole essere accogliente nei confronti di chi scappa dalla guerra, vuole essere consapevole nel capire che c’è chi combatte in una guerra di oppressione e chi per una liberazione ma vuole essere soprattutto testimone di pace perché la guerra è sempre e solo morte e distruzione». Queste le parole forti e commosse del presidente del Consiglio comunale di Empoli con delega alla Cultura della memoria, Alessio Mantellassi.

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Ogni empolese nel giorno di Santo Stefano si ferma e ricorda quello che accadde all’ora di pranzo di quel giorno, nel 1943. Fu l’Apocalisse. 210 bombe sganciate, almeno 170 ordigni caddero fuori bersaglio. In un attimo 109 persone morirono, anche intere famiglie. Nei giorni successivi le vittime salirono a 123. Una strage indimenticabile. La prima grande tragedia della Seconda Guerra Mondiale per Empoli.

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Trentasei aerei americani, partiti dalla base di Decimomannu in Sardegna, arrivarono su Empoli per colpire la stazione e la ferrovia. Una tragedia che in particolare per il quartiere di Cascine, ma comunque per tutta la città, fu l’inferno. 

Questa mattina, lunedì 26 dicembre 2022, alla presenza del presidente del Consiglio Comunale, Alessio Mantellassi, delegato alla Cultura della memoria, di rappresentanti della giunta comunale, di una numerosa rappresentanza di consigliere e consiglieri di maggioranza e opposizione, sono state commemorate le vittime di quel bombardamento, che colpì la città, quando le persone erano riunite nelle loro case per pranzare.

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La cerimonia, cominciata con la celebrazione della santa messa officiata nella Collegiata di Sant’Andrea dal proposto Don Guido Engels in suffragio dei caduti, è proseguita poi in viale IV Novembre, a due passi dalla stazione, dove è stata deposta una corona, ai piedi dell’opera del maestro e partigiano Gino Terreni.

Lì la memoria e la forza di mai dimenticare quanto accaduto sono state accompagnate fra l’altro dall’Inno nazionale di Mameli dall’Inno alla Gioia e dal Silenzio, suonato dal trombettista. Ai caduti sono stati resi tutti gli onori.

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Tra gli altri hanno partecipato il Comune di Montelupo Fiorentino con Lorenzo Nesi, assessore con delega a Memoria e legalità, rappresentanti delle associazioni locali e delle autorità civili e militari, don Guido Engels e molti cittadini che si sono fermati al monumento ai caduti in viale IV Novembre.

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