Una statua per non dimenticare e in memoria di un compagno partigiano

Lo scultore Germano Pacelli ha donato la sua opera al Comune di Empoli

foto Sindaco Brenda Barnini con Germano Pacelli

EMPOLI – È stata collocata nel Centro XXIV Luglio, nelle immediate vicinanze di uno dei luoghi più carichi di memoria per Empoli e gli empolesi, ‘Mamma in fuga’, la scultura donata alla nostra città dall’artista Germano Pacelli.

La generosità dello scultore novantaquattrenne ha radici lontane. Nato a Maresca, sulla montagna pistoiese, nel 1943 Pacelli partì militare. Dopo l'8 settembre fu preso dai tedeschi a Trieste e deportato in Jugoslavia.

PERCHÉ EMPOLI - Compagno di quella prigionia fu un empolese, di cui l'anziano scultore non ricorda il nome.

Con lui scappò dal campo di prigionia e intrapresero, assieme, il lungo e complesso viaggio che li avrebbe riportati in Italia. Le loro strade si divisero a Bologna. Pacelli prese quindi parte, da partigiano, alla guerra di liberazione nella brigata Bozzi, divisione Legnano. I due si rividero, dopo la guerra, una sola volta.

Il compagno empolese, insieme a tutti gli altri morti nei combattimenti, è un pensiero costante nella memoria di questo 'giovane' novantenne, uomo di montagna, di poche parole e di acuti pensieri.
Per questo motivo ha deciso di donare una delle sue sculture alla nostra città.

L’OPERA - Un mamma in fuga, con in braccio il suo bambino, memoria viva di brani di vita vissuta, drammatica, trascritta in un linguaggio semplice, velato di malinconia, lontano da ogni forma pietistica e teso ad un unico obiettivo, quello di non dimenticare.

Questo desiderio spinge ancora oggi Germano Pacelli a dipingere, a scolpire, a incontrare scolaresche, a parlare coi ragazzi lasciando segni tangibili, a memoria di chi rimane.

SINDACO - «Un uomo mite e arguto, segnato ma per nulla piegato dalle esperienze della vita - è così che il sindaco Brenda Barnini descrive Germano Pacelli - di una generosità concreta e votata ad un obiettivo, quello della memoria e dell'imperativo a non dimenticare. Per questo è stato accolto con immenso piacere il dono che ha fatto alla nostra città, e per questo abbiamo deciso di collocarlo in uno spazio protetto, attiguo a uno dei luoghi più densi di memoria per Empoli: piazza XXIV Luglio. Uno spazio che sta diventando un luogo di incontro e di scambio e che abbiamo voluto recuperare anche come tributo a quei ventinove cittadini, che il 24 luglio del 1944 furono fucilati per rappresaglia dalle truppe naziste».

ASSESSORE - «È particolarmente importante che questa opera rappresenti la figura di una donna, meglio ancora di una madre in ricordo di tutte quelle donne che parteciparono , direttamente o indirettamente alla lotta partigiana. Penso – ha detto l’assessore alla memoria Eleonora Caponi – anche a quelle donne divenute martiri, con i propri figli, negli episodi degli eccidi di civili da parte dei nazisti, senza dimenticare tutte coloro che, in assenza dei propri compagni, partiti per il fronte o per la lotta partigiana o fatti prigionieri, restarono nelle loro case o sfollate a provvedere interamente a tutti i bisogni della famiglia».

Alla cerimonia di consegna della statua era presente anche Rolando Fontanelli, partigiano empolese attivo nella brigata ‘Cremona’, stessa classe di Pacelli, 1924; e una rappresentanza dell’Aned di Empoli col presidente Alessio Mantellassi.