God Save the Queer! - GIULIA

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Cinque parole a vanvera su Giulia.
Testardaggine, curiosità, intreccio, introspezione, ottimismo.

Una dote/caratteristica che non può mancare ad una persona inclusiva.
Il rispetto del prossimo e una buona dose di empatia sono requisiti fondamentali per vivere in una società in cui tuttə possiamo vivere dignitosamente e serenamente.

La nuova terminologia che si sta facendo spazio tra i termini di uso comune, l’uso di pronomi inclusivi, la richiesta di approvazione di nuove leggi contro l’omotransfobia sono temi su cui ultimamente si sta discutendo molto.
Per quanto magari inizialmente le battaglie che il mondo LGBTQI+ sta portando avanti possano confondere, è necessario capire che nascono in risposta ad un bisogno da parte di una minoranza della popolazione che vuole essere compresa, accettata e rispettata. Mettere alla prova la propria apertura mentale e mettere in discussione ciò che si dà per scontato sono delle ottime abitudini per comprendere questi bisogni, prendendo consapevolezza che la diversità è arricchimento e non deve far paura.

Cosa ami di più della tua vita?
Amo il mio lavoro, con i suoi alti e bassi, perchè è ciò a cui scelgo di dedicare il mio tempo con passione e dedizione. Amo le nuove occasioni, amo le discussioni ragionate sugli argomenti più disparati, amo immergermi in una trama complessa e ben scritta.

Ah già… thè o caffè?
Sono un’accanita bevitrice di tè e tisane ad ogni ora del giorno! Il caffè lo riservo per lo più all’estate, quando bere litri di acqua bollente diventa piuttosto sconveniente...

Quali sono le condizioni necessarie per cui tu riesca a fare coming out in maniera serena all’interno di un contesto?
Verso le nuove conoscenze, di solito non mi espongo prima di aver compreso un minimo come potrebbe reagire l’altra persona al mio eventuale coming out.
Avere un minimo di confidenza con chi ho davanti sicuramente aiuta, anche per poter instaurare un dialogo sincero e tranquillo in caso di dubbi o domande che possono sorgere in chi mi ascolta.

Si smette mai di fare coming out?
Direi proprio di no, al massimo diventa più facile con l’esperienza!

Hai esplorato vari orientamenti sessuali prima di arrivare al tuo orientamento attuale? Ti sei sempre riconosciuta bisessuale?
In realtà il mio percorso è stato abbastanza tortuoso. Molti bisessuali prendono coscienza dell’attrazione per persone dello stesso sesso soltanto dopo aver avuto esperienze eterosessuali; io, al contrario, a partire dall’adolescenza ho sviluppato un interesse decisamente maggiore per il genere femminile, mentre trovare un esponente del genere maschile che riuscisse davvero a farmi battere il cuore ha richiesto diversi anni in più.
Questo mi ha portato a definirmi e ridefinirmi più volte, compiendo un percorso interiore di accettazione e legittimazione dei miei sentimenti e delle mie preferenze che ha richiesto diverso tempo per maturare a pieno. Ad oggi mi sento serena nel riconoscermi bisessuale: ho avuto storie importanti sia con uomini che con donne, ognuna di esse mi ha fatto maturare ed è stata fondamentale a suo modo per definire la persona che sono adesso.

C’è stata una persona o più persone che ti hanno ispirata oppure aiutata durante il tuo percorso?
Ho la fortuna di avere una famiglia che accoglie e supporta tutte le mie sfaccettature e le mie scelte di vita, oltre ad aver conosciuto negli anni amici e amiche eccezionali con cui aprirmi serenamente senza timore del giudizio. Facendo attivismo mi capita spesso di conoscere persone fantastiche e di grande ispirazione (citarne solo una sarebbe davvero riduttivo!), che si impegnano a fondo per garantire a tutta la comunità un futuro migliore.

Come viene percepito dall’esterno il tuo orientamento?
Noto ancora una discreta confusione sul termine “bisessuale”.
In generale ho avuto molte più risposte positive che negative ai miei coming out, ma diverse volte mi sono sentita dire che avere una relazione a lungo termine con una persona bisex comporterebbe prima o poi un tradimento, perchè “se ti piacciono tutti è praticamente sicuro che tradirai il/la tuo/a partner con qualcun’altro/a". La verità è che l’essere bisessuali non c’entra nulla con l’essere fedeli, e i valori personali non vengono messi in discussione dall’orientamento sessuale. Ciò premesso, ci sono bisessuali (come d’altronde eterosessuali ecc.) che preferiscono la monogamia e altri che scelgono di non legarsi a nessuno, sperimentare la coppia aperta oppure il poliamore. L’importante è sempre essere sinceri e rispettosi verso il/la proprio/a partner. Altri stereotipi da sfatare: no, i bisessuali non sono “solo confusi”, essere bisessuali non è “una fase” (semmai un punto di arrivo), e non si smette di esserlo se il nostro partner attuale è una persona del sesso opposto.

Essendo tu nel nostro stesso ambiente lavorativo, ci sorge spontanea una domanda. Pensi che l’editoria per bambini dovrebbe essere più inclusiva? Pensi che si siano fatti passi avanti in questa direzione nel corso degli anni?
Purtroppo si contano ancora pochi esempi in Italia di libri per bambini che trattino, in tutto o in parte, argomenti importanti e delicati come i diversi tipi di famiglia, la decostruzione degli stereotipi di genere, l’importanza della diversità e del rispetto reciproco.
Qualche piccolo grande cambiamento però sta accadendo, anche nell’editoria “mainstream”: ho notato un’attenzione crescente, anche in titoli che trattano temi del tutto diversi, nell’evitare di rappresentare concetti troppo stereotipati (esempio: bambina a cui piace solo il rosa e che gioca sempre con le bambole, bambino a cui piace solo il blu e che gioca solo a pallone) che appartengono ad una ideologia limitante e non inclusiva.

Ti sono mai state fatte pressioni in ambito lavorativo affinché nascondessi il tuo orientamento sessuale?
No, fortunatamente non mi sono mai state rivolte richieste spiacevoli in tal senso. C’è anche da dire che lavorando in smartworking da sempre non mi si sono mai presentate situazioni in cui dovessi specificare il mio orientamento, non saprei dire se lavorando in loco sarebbe stato diverso.

Nel tuo lavoro ti capita di mettere dei riferimenti più o meno espliciti alla comunità LGBTQ+ e se sì, come vengono accolti dai committenti e/o fruitori?
Lavorando principalmente per una fascia di età abbastanza bassa (3-6 anni) o per volumi scolastici (in cui generalmente le illustrazioni riguardano nozioni su argomenti specifici, e le indicazioni fornite dall’art director su cosa disegnare sono sempre molto precise) non mi è ancora capitato di includere temi di identità di genere, orientamento sessuale o simili.
Dove possibile però (e qui non solo è mio desiderio, ma a volte mi viene proprio esplicitamente richiesto) cerco di disegnare personaggi di ogni etnia, religione, fisionomia ecc., puntando alla rappresentazione di una realtà più diversificata e inclusiva possibile. L’educazione alla diversità e al rispetto delle differenze deve essere sempre il primo passo, e può essere insegnata trasversalmente in ogni contesto!

Qual è stato o qual è tuttora il pubblico più difficile da affrontare?
Sicuramente, in generale le generazioni più adulte. Noto che le nuove generazioni stanno progressivamente incrementando la loro attenzione verso le tematiche LGBTQI+, aumentando così anche la consapevolezza verso sé stessi e l’inclusione verso gli altri. In passato le discriminazioni verso le minoranze erano silenziosamente ignorate oppure addirittura incoraggiate, molti argomenti erano veri e propri tabù, e per questo motivo ancora oggi purtroppo percepisco molta disinformazione tra le fasce più “anziane” della popolazione. Disinformazione che in molti casi può portare alla creazione di stereotipi negativi e paure immotivate (una su tutte: la temutissima “Teoria Gender”) che a loro volta causano un rallentamento nell’ottenere uguali diritti per tutti i cittadini e le cittadine.

Consiglia un libro o un film per chiunque voglia approfondire l’argomento!
Come libri illustrati, consiglio tutti i libri della casa editrice Lo Stampatello (http://lostampatello.it/), una delle poche case editrici italiane a trattare principalmente di temi LGBTQI+ con libri dedicati ai più piccoli.
Per i più grandi, due romanzi che trattano di amore adolescenziale, uno tutto al maschile e uno tutto al femminile: 'Chiamami col tuo nome' di André Aciman e 'Le mille bocche della nostra sete' di Guido Conti.
Infine, un libro che fornisce uno spaccato delle problematiche che affronta la comunità LGBTQI+ all’interno della società italiana, scritto con chiarezza e semplicità anche per chi si avvicina a questi temi per la prima volta: 'Papà, mamma e gender' di Michela Marzano.